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«Spintonata e insultata da un controllore»: la denuncia di una viaggiatrice cebana a Porta Nuova

L'avvocata doveva raggiungere Ceva per lavoro, nella speranza di poter prendere il treno prima, ha denunciato di essere stata spintonata ed offesa: «Solo perché ho chiesto di parlare con il capotreno» La replica di Fs Security

«Spintonata e insultata da un controllore»: la denuncia di una viaggiatrice cebana a Porta Nuova

Doveva essere una trasferta di lavoro come tante, invece per la cebana Paola Stringa — viaggiatrice abituale e avvocata — il venerdì mattina del 1° agosto si è trasformato in un’esperienza da dimenticare. A raccontarlo è lei stessa in un video pubblicato su Facebook, nel quale denuncia un episodio che, a suo dire, è degenerato ben oltre i limiti della correttezza.

La donna si trovava alla stazione di Torino Porta Nuova, in procinto di prendere il treno delle 8.25 diretto a Ventimiglia con fermata a Ceva. A causa del treno pieno, non era riuscita ad acquistare in tempo il biglietto per quell’orario e aveva acquistato quello per la corsa successiva. Tuttavia, necessitando di essere a Ceva per le 10 per motivi lavorativi, ha tentato di chiedere — “in modo educato”, precisa — di poter salire lo stesso, parlando con il capotreno. «Mi è capitato altre volte, viaggio per lavoro. A volte il capotreno ti ascolta e valuta. Ma non è questo il punto. Il problema è ciò che è successo dopo».

 

 

«Mi sono avvicinata al controllore — racconta Stringa con le lacrime agli occhi — e gli ho spiegato la situazione. Ma con arroganza mi ha risposto che ci sono delle regole. Poi ha iniziato a spingermi e mi ha detto “non mi spinga” quando era stato lui il primo a mettermi le mani addosso».

Ma la situazione, secondo la testimone, è degenerata ancora: «Mi ha detto cose non ripetibili, che sono una stupida, mi ha fatto commenti gratuiti sul mio aspetto e sull’età, dicendo: "Ma si rende conto? A 50 anni fa queste cose?". Io ho detto solo che non ho 50 anni. Era una provocazione gratuita».

Nonostante la presenza di altri addetti alla sicurezza, il controllore avrebbe continuato a guardarla «a vista, come se volessi fare la furba e salire di nascosto». Quando finalmente arriva il capotreno, la situazione non migliora: «Non mi ha lasciato parlare, mi ha intimato di allontanarmi, sempre dandomi dei titoli come se fossi una delinquente. Io non ho fatto niente di male. Non si può trattare così una persona».

 

 

Ancora scossa, la donna racconta di aver avuto una crisi di panico e di essere rimasta per mezz’ora in biglietteria. «Non è una questione di salire su un treno pieno. È una questione di rispetto. Non puoi mettere le mani addosso, insultare, fare body shaming o commenti sull’età. Questo è stato un abuso, non un’applicazione delle regole».

Conclude con determinazione: «Farò querela. Forse non servirà a nulla, ma almeno avrò fatto qualcosa. Non si può più accettare tutto in silenzio». E la querela puntuale è arrivata il giorno stesso, anche questa resa nota tramite un video sui Social.

 

 

 

«Ho un rispetto totale per FS – ci spiega Paola da noi contattata – e ho sempre dimostrato solidarietà in caso di scioperi e di aggressioni. Capita di prendere un treno in ritardo, che transita prima di quello che stai aspettando, nessuno contesta. Inoltre questi ferrei controlli ci sono solo a Porta Nuova, a Lingotto o a Carmagnola non ci sono». «Ripeto che il punto non è voler violare le regole o avere favoritismi: io sono stata penalizzata come lavoratrice, per fortuna lavoro con persone ragionevoli e ho potuto spostare l’appuntamento. La violenza che ho subìto non è stata minimamente presa in considerazione. Altre donne, specie straniere o di altre etnie, sono state trattate ancora peggio, biglietti presi in mano e buttati addosso. Con gli uomini non si è comportato così. Mentre attendevo il capotreno, un altro controllore si è avvicinato a me dicendomi “perché non è venuta subito da me?”. Segno che si è reso conto che il giovane e spavaldo collega aveva passato il colmo della misura con un comportamento ben sopra le righe».

 

La replica di FS Security

 

A stretto giro è arrivata la replica di FS Security, diffusa dagli organi di stampa, che ha voluto prendere posizione rispetto alla testimonianza.

«Al fine di agevolare l’operato del personale a bordo del treno e il regolare svolgimento dei viaggi — spiega FS Security — è prevista un’attività di controllo a terra, sul marciapiede di accesso ai treni, in particolare quelli a maggior frequentazione. «Questi controlli servono a evitare sovraffollamenti causati da persone che salgono senza titolo di viaggio valido o con biglietti errati. Come riferisce la viaggiatrice, i treni sono contingentati: i biglietti emessi corrispondono al numero di posti disponibili».

Nello specifico, riguardo all’episodio, l’azienda afferma: «Siamo molto dispiaciuti per il disagio raccontato dalla viaggiatrice. Abbiamo avviato verifiche interne per accertare i fatti. Il personale coinvolto e i colleghi presenti hanno dichiarato di non averla spintonata né insultata».

 

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