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Protesta con feci di cane contro parrocchia e biblioteca: condannata la ribelle "no vax"

Una 49enne di Racconigi trasformò la rabbia contro le disposizioni per la Pandemia in imbrattamenti: dopo mesi di gesti incivili è arrivata la condanna

Protesta con feci di cane contro parrocchia e biblioteca: condannata la ribelle "no vax"

Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI

Feci di cane sulla bacheca della parrocchia di Santa Maria e San Giovanni a Racconigi, altre nella cassetta della biblioteca per la restituzione dei libri. Oltre agli episodi denunciati ce ne sarebbero altri, ai danni di negozi cittadini, “colpevoli” di aver a suo tempo esposto richiami alle norme anti Covid.

L’incivile protesta di M.M., una 49enne di Carmagnola, residente a Racconigi, ha portato alla condanna alla pena di sei mesi di reclusione e mille euro di multa. La sentenza, pronunciata stamani dal giudice Marco Toscano, nei confronti della “vendicatrice” arriva a tre anni di distanza dai fatti: «Avevamo sospetti per via di atteggiamenti che la signora aveva già messo in opera nel territorio: già conosciuta per aver messo in atto proteste contro le restrizioni Covid» ha spiegato il maresciallo dei carabinieri Nico Brindisino.

Due distinte denunce per imbrattamento erano arrivate dal parroco don Maurilio Scavino e dal sindaco Valerio Oderda, per conto della biblioteca. Nel febbraio 2022 il sacerdote aveva trovato la bacheca della chiesa lordata, un passante lo aveva informato di aver visto una signora a passeggio con il cane compiere l’azione: «Si era in piena epoca Covid – ha spiegato don Scavino – e avevo messo i cartelli che il Comune mi aveva chiesto, informando che nei locali bisognava indossare le mascherine». La stessa persona era stata notata in seguito: «L’ho incontrata più volte in strada, ascoltando le sue invettive contro i volontari».

«Ci sono stati imbrattamenti in danno di esercenti che hanno ritenuto di non sporgere querela» ha confermato il maresciallo Donato Damato, comandante della locale stazione dell’Arma: «Si parlava di azioni di questo tipo e sputi sulle vetrine dei negozi, nello stesso periodo. Inveiva in maniera generalizzata contro chiunque incontrasse per strada, anche nei nostri confronti».

Il volto della sospettata, ha aggiunto, era visibile in un filmato realizzato con il telefonino e allegato all’altra denuncia, quella sporta dalla biblioteca “Le Clarisse”. La responsabile del servizio racconta che la struttura era stata fatta oggetto di analoghe “attenzioni” già dalla fine del 2021: sputi contro la porta, escrementi di cane, persino un sacchetto di feci nel box della distribuzione dei libri.

Tutto sarebbe nato dalla protesta della signora per il fatto che il figlio minorenne non fosse stato lasciato entrare in biblioteca, perché privo di green pass.

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