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Così nascono i soccorritori specializzati nelle profondità della montagna

I nuovi speleologici del Soccorso Alpino piemontese hanno superato la prova dell’Abisso Bacardi e della Grotta di Bossea

Così nascono i soccorritori specializzati nelle profondità della montagna

Foto ufficio stampa Cnsas Piemonte

Un weekend di prove tecniche e simulazioni ad alta intensità ha segnato un passo decisivo nella formazione dei futuri soccorritori speleologici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS). Il 27 e 28 settembre, gli aspiranti tecnici della I Delegazione Speleologica (Piemonte e Valle d’Aosta) hanno affrontato gli esami annuali a Frabosa Soprana nell'impegnativo Abisso Bacardi, a 1785 metri di quota sulla Cima Artesinera, e all'interno della suggestiva Grotta di Bossea. 

La sfida verticale dell’Abisso Bacardi

Con pozzi che raggiungono i 90 metri e passaggi particolarmente stretti, l’Abisso Bacardi ha ospitato la prova pratica più impegnativa. I candidati hanno dovuto gestire in sicurezza il recupero di due barelle con figuranti lungo i tratti verticali della cavità. Una simulazione complessa che ha messo alla prova non solo le competenze tecniche, ma anche il lavoro di squadra e la capacità di mantenere lucidità in un contesto estremo.

La Grotta di Bossea come laboratorio di sicurezza

La seconda fase della due giorni si è svolta nella vicina Grotta di Bossea, trasformata in un vero e proprio laboratorio di sperimentazione sugli ancoraggi. Qui i tecnici in formazione hanno assistito e partecipato a esercitazioni mirate al cedimento controllato dei sistemi di recupero su corda. Attraverso l’uso di masse di prova da 80 kg e celle di carico, sono state misurate le sollecitazioni generate sia nelle manovre verticali che nelle teleferiche suborizzontali, verificando l’affidabilità dei materiali e dei sistemi di sicurezza. L’obiettivo: garantire che un singolo cedimento non possa mai compromettere la sicurezza dell’infortunato e dei soccorritori.



Un percorso formativo di eccellenza

Il programma di addestramento, standardizzato a livello nazionale e coordinato dalla Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Speleologico (SNaTSS), prevede anni di prove progressive fino alla qualifica ufficiale di tecnico. Gli operatori, una volta certificati, continuano a perfezionarsi in specializzazioni e partecipano a sessioni di aggiornamento periodico, mantenendo alti gli standard di sicurezza e operatività.

Attraverso giornate di formazione come queste, il CNSAS conferma la propria missione: garantire interventi tempestivi ed efficaci in contesti estremi come grotte profonde e ambienti ipogei, dove competenza, preparazione e lavoro di squadra fanno la differenza tra la vita e la morte. 

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