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16 Ottobre 2025 - 12:48
Il casolare della tragedia
Domani, venerdì 17 ottobre, in occasione delle esequie di Stato per i tre Carabinieri deceduti durante lo sgombero di un casolare nel Veronese, tutte le bandiere degli edifici pubblici, dei municipi e delle sedi istituzionali saranno esposte a mezz’asta, secondo una disposizione delle singole Prefetture.
La decisione si inserisce nel contesto del lutto nazionale proclamato dal Governo, che vincola la modalità di esposizione dei vessilli all’esterno degli enti statali e locali. Le bandiere dovranno essere collocate con il labaro inferiore più basso del pennone, in segno di comparazione al dolore collettivo e alle vittime.
Nel Cuneese, come nel resto d’Italia, sindaci, presidenti provinciali, prefetti e presidenti delle Unioni dei Comuni sono stati destinatari dell’ordine ufficiale da parte della Prefettura locale. L’ordine di esposizione non è simbolico: intende riflettere il sentimento di solidarietà nazionale e di memoria verso chi ha perso la vita nell’adempimento del proprio dovere.
La misura si aggiunge ad altri gesti simbolici già attivati in queste ore: in Veneto, ad esempio, il presidente Luca Zaia ha ordinato bandiere a mezz’asta su tutto il territorio regionale.
La tragedia di Castel d'Azzano: cosa è accaduto
La notte tra il 13 e il 14 ottobre, un’esplosione devastante colpisce un casolare a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, al momento di uno sgombero forzato da parte dei carabinieri e altre forze dell’ordine. L’edificio è stato saturato di gas (bombole) e dotato di possibili ordigni incendiari: al momento dell’ingresso, l’innesco ha provocato una violenta esplosione.
Tre carabinieri perdono la vita:
Marco Piffari, luogotenente, 56 anni
Valerio Daprà, brigadiere capo qualifica scelta, 56 anni
Davide Bernardello, carabiniere scelto, 36 anni
Oltre ai morti, decine di persone sono rimaste ferite: carabinieri, agenti di polizia, vigili del fuoco. Le stime attuali parlano di circa 25 feriti tra forze dell’ordine e soccorritori.
Le autorità hanno arrestato tre fratelli, della famiglia Ramponi (Franco, Dino e Maria Luisa), già noti per le tensioni con l’ufficiale giudiziario e minacce in passato.
Il Procuratore di Verona, Raffaele Tito, ha contestato il reato di strage nei loro confronti, ipotizzando l’intenzionalità del gesto.
Il contesto e le valutazioni istituzionali
Secondo le ricostruzioni, gli occupanti del casolare erano “asserragliati da mesi”, e la struttura sembrava già in passato essere stata oggetto di resistenza ad atti di esecuzione forzata.
Il presidente regionale veneto, Luca Zaia, ha definito l’evento una “tragedia unica nel suo genere” e ha chiesto che non vi sia alcuna clemenza nei confronti degli autori.
Il Governo ha disposto il lutto nazionale e ha promosso le esequie di Stato per i tre militari. Le esequie si terranno venerdì 17 ottobre alle 16, nella Basilica di Santa Giustina in Prato della Valle, a Padova.
Alla cerimonia parteciperanno tra gli altri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
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