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23 Ottobre 2025 - 08:46
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona, nell'ambito dei propri compiti istituzionali, tesi all'attenta vigilanza sui mercati finanziari, alla tutela del risparmio e alla repressione dei più gravi fenomeni di abusiva gestione degli investimenti e raccolta di capitali, hanno dato esecuzione, sotto l'egida della Procura della Repubblica di Savona, ad un'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il locale Tribunale, nei confronti di una consulente finanziaria e bancaria di lungo corso, formalmente in pensione e cancellata dall’albo dal 2014, la quale avrebbe continuato, nel tempo, a gestire e raccogliere i risparmi di numerosi clienti, taluni fidelizzati dalle precedenti esperienze con la banker e altri di nuova e più recente acquisizione; a questi ultimi, la stessa si sarebbe presentata, negli anni, come procacciatrice d'affari operante per conto di un noto istituto bancario e assicurativo svizzero.
I reati contestati alla consulente ed ai familiari prossimi congiunti, sono, a vario titolo: abusivismo finanziario, truffa aggravata, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio.
L'attività delle Fiamme Gialle savonesi trae le proprie origini dall'analisi di operazioni sospette sui conti correnti bancari del nucleo familiare investigato, dai quali sono emerse movimentazioni in entrata, dal 2020 al 2025, per oltre cinque milioni di euro, accompagnate da causali generiche e da querele sporte da soggetti raggirati dalla consulente, insospettiti, in alcuni casi, dalle mancate restituzioni di denaro negli ultimi due anni.
Le indagini di polizia giudiziaria, dirette dall'Autorità Giudiziaria locale, sono consistite in una capillare attività di analisi dei conti, di interrogazioni alle banche dati, di interlocuzioni con organismi di vigilanza di settore e di perquisizioni telematiche e informatiche. Tale complessa attività ha consentito di raccogliere gravi indizi dei reati sopra descritti a carico dell’indagata, esperta conoscitrice del diritto bancario e finanziario.
Nell'ordinanza emessa dal GIP viene contestato di aver raccolto abusivamente i risparmi di 112 clienti, promettendo rendimenti sicuri e rilevanti, raccogliendone la fiducia anche a causa delle parziali restituzioni di quote di fondi comuni azionari. È stato accertato come la stessa non risultasse iscritta in alcun albo gestito da Banca d’Italia, Consob o OCF (Ordine dei Consulenti Finanziari).
All'indagata viene altresì contestato di aver sottoposto agli ignari clienti prospetti falsificati, nei quali si attestava la redditività di investimenti in fondi comuni lussemburghesi. La dinamica ricostruita si è sostanziata nel modello truffaldino piramidale noto come "schema Ponzi", poiché, in ipotesi di accusa, gli investimenti proposti non erano reali e le disponibilità finanziarie acquisite venivano fatte transitare nei conti correnti personali e familiari della consulente o della società di famiglia.
La platea di clienti raggirati è variegata sia per fascia di età (30-70 anni) sia per profilo professionale: dai pensionati a professionisti, imprenditori e dirigenti di aziende multinazionali.
Per le ragioni sopra descritte, si è disposto il sequestro, anche per equivalente, di tutti i profitti illecitamente conseguiti dalla consulente e dai propri familiari, al fine di garantire un giusto ristoro alle vittime della frode. I militari hanno, pertanto, sottoposto a cautela liquidità, un autoveicolo di pregio e 23 beni immobili siti nel Ponente Ligure.
In ragione di nulla osta, concesso dalla Magistratura, è stata aperta, d'intesa con il locale Ufficio delle Entrate, la partita IVA ex officio nei confronti della consulente e, nei suoi confronti, è stata eseguita una verifica fiscale che ha permesso il recupero a tassazione di proventi illeciti per circa 3 milioni di euro.
Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari e i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati, non essendo stata assunta alcuna decisione di merito definitiva.
L’intervento delle Fiamme Gialle di Savona si inquadra nell’ambito dei compiti attribuiti alla Guardia di Finanza dall’art. 2 del Decreto Legislativo 19 marzo 2001, n. 68, e testimonia il costante impegno del Corpo nella tutela dei risparmiatori, spesso danneggiati da condotte di abusiva gestione finanziaria, e nel contrasto delle forme di concorrenza sleale da parte di soggetti privi di autorizzazioni delle Autorità di Vigilanza.
L’obiettivo è individuare e aggredire ogni forma di ricchezza illecita, ricostruendo origine e destinazione dei flussi finanziari, in attuazione di una strategia operativa consolidata per la sistematica aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati.
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