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La Corte dei Conti contesta a Riviera Trasporti un danno erariale di oltre un milione di euro

Un’altra pesante “tegola” sull’azienda che fino a ottobre gestiva il servizio bus in Valle Tanaro

Bus

Il 2025 sarà ricordato come l’anno “nero” per la Riviera Trasporti, la società di proprietà della Provincia di Imperia consociata interamente partecipata della Riviera Trasporti Piemonte, operante fino allo scorso 15 ottobre sulle tratte della Valle Tanaro. Proprio due mesi fa la Procura della Repubblica di Cuneo aveva sequestrato 18 autobus di Riviera Trasporti e iscritto cinque persone nel registro degli indagati con le accuse di attentato alla sicurezza dei trasporti e falso documentale. Portando di fatto alla sospensione del servizio in Valle Tanaro, ora gestito dalle aziende del consorzio Granda Bus, in stretto coordinamento con la Regione Piemonte e l’Agenzia della Mobilità Piemontese.

La scorsa settimana una nuova “tegola”: la Corte dei Conti ha contestato all’azienda un presunto danno erariale superiore al milione di euro. Tutto nasce da un progetto avviato il 1° gennaio 2012 legato ai bus a idrogeno partito con un finanziamento previsto di oltre 9,8 milioni di euro provenienti da Unione Europea, Regione Liguria e Fondazione Carige. Quest’ultima, dopo un iniziale impegno a versare 3,5 milioni tramite un accordo del 2013, si era poi tirata indietro dichiarando di non poter finanziare società a scopo di lucro. Per compensare, RT cedette alla Fondazione il terreno destinato alla stazione di rifornimento, pagando però un affitto annuo di 45.000 euro per un’area mai utilizzata. Nel 2015, a causa dei ritardi e della mancanza di risultati, la Commissione Europea ridusse il progetto da cinque a tre autobus, prorogandone la scadenza al 2019. RT restituì due mezzi al fornitore, che divenne creditore nella procedura concordataria per 700.000 euro. Nello stesso anno, la società decise anche di rinunciare all’acquisto di 14 bus a gasolio, destinando circa 1,94 milioni di fondi regionali alla prosecuzione del progetto dell’idrogeno, ormai compromesso.

Nel 2021 il CdA deliberò la dismissione dei beni non strategici, tra cui i tre bus a idrogeno rimasti e il diritto di superficie sul terreno della Fondazione Carige.

Le indagini della Guardia di Finanza portarono al ritrovamento dei mezzi abbandonati in un deposito di Sanremo e del terreno dell’impianto mai realizzato in stato di degrado. Il fallimento dell’iniziativa, che non ha prodotto risultati e ha aggravato la situazione finanziaria di RT, è alla base dell’azione della Corte dei Conti, che contesta dunque un presunto danno erariale di 1.056.398,55 euro a 19 ex amministratori e dirigenti: Enzo Teodoro Amabile, Sandro Corrado, Federico Fontana, Giancarlo Ghinamo, Gianfranco Benzo, Roberto Barla, Katia Giordano, Marina Avegno, Marcello Moraldo, Pellegrina Marenco, Riccardo Giordano, Paola Castelli, Andrea Piana, Giovanni Barbagallo, John Pasqui, Sara Lercaro, Nicoletta Cristiani, Maurizio Temesio e Valerio Zanin.

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