Per lei, quella era la vita normale. L’unica vita che conosceva. Una vita in cui lui le diceva che lei non valeva niente. Che non aveva mai capito nulla, che se non si vestiva come le diceva lui faceva schifo. «Una volta, davanti ai nostri figli, mi ha anche detto che se fossi morta non sarebbe cambiato nulla. “Tanto non sei capace a fare niente”, mi ha detto, “nemmeno a letto”». Lui. Sempre lui. Insulti, umiliazioni, pure le botte. E lei? «Me lo sono chiesta per tanti anni: e io? Io mi dicevo sempre che dovevo farmela andare bene così. Poi un giorno ho detto basta». Un giorno ha capito che no, che non si può – né si deve – dirsi che va bene così. Che non va bene così. La chiameremo Anna. Non è ovviamente il suo vero nome, e in questo articolo non diremo nulla che possa ricondurre a lei. Anna è rinata circa due anni fa, quando ha chiuso la porta della sua vita precedente e ne ha aperto una nuova grazie a “L’Orecchio di Venere”, il Centro di ascolto e antiviolenza della Croce Rossa di Mondovì. Ci ha raccontato la sua storia.
Anna ci racconta la sua vita precedente con la lucidità di chi ha vinto il muro e ha capito che non era lei quella che doveva vergognarsi. Quando è cominciata? «È cominciata fin da subito. Fin da quando ci siamo incontrati, lui mi sembrava l’uomo con cui avrei voluto stare». Lui è un professionista del suo settore, ha anche un bel lavoro. «Fin dall’inizio mi ero resa conto del suo carattere. E io, che fin da ragazza sono sempre stata timida, ho abbassato tutta la mia autostima. Lui mi diceva come avrei dovuto vestirmi: se non piacevo a lui, erano insulti e umiliazioni. E (...) Articolo completo su L'Unione Monregalese del 25 novembre 2020. Sei abbonato on line? CLICCA QUI e leggi la news completaL’Orecchio di Venere: per chi cerca aiuto
Nel corso degli ultimi 12 mesi sono state circa 150 le telefonate di richiesta di aiuto a “L’Orecchio di Venere”, il Centro di ascolto della Croce Rossa di Mondovì. Il Centro offre assistenza immediata, la presenza di una psicologa che prende subito in carico il caso della donna che si rivolge al Centro e consulenze legali con due avvocati. Hanno canali aperti con le Forze dell’ordine e con l’Ospedale. È stato sempre attivo anche nei periodi di lockdown: in questi mesi si è ricorso a telefonate o videochiamate per i colloqui con la psicologa. Il Centro dispone anche di case-rifugio (alloggi e letti) per accogliere donne che necessitano di essere immediatamente allontanate dal marito. Le donne accolte vengono sostenute anche economicamente al fine di permettere loro di riprendere una nuova vita: si opera in rete, con i servizi territoriali quali i Servizi sociali, le Forze dell’ordine, l’ASL (DEA – Consultorio -SERT ), la Caritas ed altri enti. Una convenzione con l’Asl, per esempio, permette alle volontarie di accedere al DEA quando una donna vittima di violenza lo richiede, tutti i giorni dell’anno e 24 ore su 24; tale disponibilità viene data dalle volontarie anche alle Forze dell’ordine. Il Centro è attivo a Mondovì dal 2015. I contatti: 333.3756238, sempre attivo per le emergenze, 24 ore su 24, ed è collegato al numero di emergenza nazionale 1522.
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