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96 giorni in sella: l’impresa di Harmandeep, che ha concluso il suo “giro d’Italia” in bici

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Harmandeep accolto a casa, a Crava, al suo ritorno

Iniziato il 16 agosto, si è concluso sabato 19 novembre, dopo ben 96 giorni di viaggio e 4.762 chilometri percorsi, il personalissimo “giro d’Italia” in bicicletta di Harmandeep Singh. Partito da Crava (Rocca de’ Baldi), dove abita, è tornato a casa dopo un viaggio incredibile, accolto da famiglia e amici con applausi, abbracci e scherzosi striscioni celebrativi. Avevamo parlato con Harmandeep a settembre, quando si trovava all’incirca a metà dell’opera, in Sicilia. Ora, completata l’impresa, dopo tre mesi passati in sella, lo abbiamo ricontattato, per farci raccontare l’esperienza e le sue sensazioni. «Il viaggio è andato molto meglio di quanto avessi potuto immaginare – le sue prime parole –. Se avessi intrapreso il cammino con un’altra persona mi sarei legato a lui; compiendo questo percorso in solitaria invece mi sono confrontato soltanto con me stesso, con la mia anima e con il mio spirito. Conclusa la prima parte del “giro”, scendendo dalla Liguria e dalla toscana e passando per Roma, Napoli, Messina e la Sicilia, è poi iniziata la “risalita” – racconta –. Il punto d’Italia più a nord che volevo raggiungere era il lago di Braies, in Trentino. Era da qualche anno che volevo visitare quel luogo e non avrei mai immaginato di arrivarci in bici, passando prima per il sud del Paese. Dopo aver raggiunto il lago di Braies ho preso la direzione di casa, sempre in sella alla mia bici. Uno degli obiettivi era anche di passare alla tre cime di Lavaredo, prima di Braies, ma quando sono arrivato a Venezia mi sono accorto che le temperature alle tre cime erano molto basse, fino a -11 gradi, quindi ho dovuto rinunciare: non avevo equipaggiamento e vestiti adatti. Ma mano che mi avvicinavo a casa ammetto che mi sono rattristato, perché ho preso consapevolezza che l’avventura purtroppo stava finendo. Come ogni cosa nella vita però anche il mio viaggio ha avuto un inizio ed una fine. Questi tre mesi mi lasciano nel cuore una fantastica esperienza e mille avventure che ricorderò per sempre. Ho dormito in tenda, per strada, su una panchina, in spiaggia, in ostelli o direttamente a casa di persone gentilissime che mi hanno ospitato. Ho viaggiato attraverso posti incredibili, conosciuto realtà, persone e situazioni che resteranno per sempre parte di me». «Pedalare nella natura, tra panorami incredibili, mi ha dato grande forza» A margine poi, ripensando all’impresa compiuta “a mentre fredda”, Harmandeep commenta: «Durante il mio viaggio mi è successa una cosa particolare. Quando pedalavo mi sono accorto che, a volte, raggiungevo uno stato mentale di pura felicità: ridevo da solo, salutavo le persone anche se non le conoscevo. Anche soltanto sentire il vento tra i capelli, vedere le foglie degli alberi muoversi, mi dava grande energia e positività. Pedalare tra la natura, attraversando panorami bellissimi, mi ha dato una forza incredibile. Per contro, ovviamente, ci sono stati anche momenti duri, “negativi”, istanti durante i quali lo sconforto prendeva il sopravvento e temevo di non riuscire a portare a termine il viaggio. Fortunatamente poi non è stato così».
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