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14 Luglio 2025 - 08:13
Silvio Beccaria sul palco di Marsala con la co-conduttrice Elettra Curto. Foto Francesco De Simone
Silvio Beccaria sta al Raduno nazionale dei Bersaglieri come Pippo Baudo al Festival di Sanremo. È una proporzione quasi matematica. A Carrù, Silvio, che è coordinatore sindacale di zona in Confartigianato, lo conoscono in tanti, ma forse non molti sanno del suo ruolo di presentatore, che gli ha permesso di calcare alcuni dei palchi e delle piazze più importanti d’Italia: davanti a 10 mila persone a Torino, al “Massimo” di Palermo (il più grande teatro d’Europa), oppure a Cremona, Latina, Pescara, San Donà di Piave e Matera. A Marsala, quest’anno, ha raggiunto quota otto conduzioni del Concerto di Gala che apre ogni raduno nazionale dei Bersaglieri. Un piccolo record.
Sulla rivista di riferimento del settore “Fiamma Cremisi”, il direttore Fabrizio Biancone lo ha paragonato a un «Barolo d’annata» con «un’eleganza tutta piemontese che si porge al pubblico con una vena di ironia che accarezza senza disturbare». «Considerando poi tutti i concerti delle varie Associazioni bersaglieristiche in giro per il Paese, penso di essere arrivato a quota 200 eventi presentati», ci racconta Beccaria. «Tutto cominciò a settembre del 1988, quando, come Pro loco, portammo a Carrù la Fanfara di Lonate Pozzolo, la migliore d’Italia, grazie alla collaborazione con il carrucese ed ex bersagliere nella Fanfara della terza brigata Goito Ezio De Filippi».

Per Silvio, anche se non lo sa ancora, è l’inizio di una bellissima avventura. «Frequentando l’ambiente, mi hanno chiamato con il “passaparola” diverse altre Fanfare. Galeotto fu un viaggio organizzato proprio dalla Fanfara di Lonate Pozzolo in Messico, grazie al quale conobbi mia moglie Anna Maria».
La passione, o meglio il gene, dei Bersaglieri però c’è sempre stato. «Mio nonno paterno “Natalin” Beccaria ha combattuto sul Piave come bersagliere ardito, ossia faceva parte del reparto scelto dell’allora Regio Esercito nella prima guerra mondiale. Mentre nonno Silvio Sona, da cui ho preso il nome, era bersagliere di leva e perse il fratello Guido in battaglia. Tant’è che quando io stesso compilai i test attitudinali per il servizio militare, indicai senza esitazione che avrei voluto suonare nei Bersaglieri. Per ironia della sorte, anche se poi non ho svolto il servizio di leva, sono diventato lo stesso un “Bersagliere”». Nel 2012, infatti, l’Associazione nazionale dei Bersaglieri lo ha nominato socio benemerito per «la disponibilità e il contributo tenace, continuo ed entusiastico alla causa del bersaglierismo». Il cerchio perfetto per chiudere questa storia. O forse no, perché lo stesso Pippo Baudo è arrivato comunque a quota 13 Festival presentati.
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