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Confindustria Cuneo: «Trend negativo, il manifatturiero sotto la media piemontese: ma ora è il momento di investire»

L'associazione presenta le previsioni del quarto trimestre spiegando che la fiducia non viene meno

Confindustria Cuneo: «Trend negativo e sotto la media piemontese: ma ora è il momento di investire»

Il quadro non è roseo. E a soppesare le parole usate da Mariano Costamagna e Giuliana Cirio, presidente e direttore Confindustria Cuneo, è difficile non sentirne la gravità: «trend sfavorevole», «indicatori negativi nel manufatturiero», «segnali negativi» e «performance inferiori alla media del resto del Piemonte». Ma Confindustria non si piange addosso: «Questo può rappresentare un momento favorevole per investire».

Insomma: il cielo è grigio, ma gli imprenditori si dicono "ottimisti". «La fotografia dell’indagine congiunturale per il quarto trimestre dell’anno curata da Confindustria Cuneo presenta indicatori negativi nel manufatturiero, mentre i servizi tengono il passo - spiega Confindustria Cuneo -. Le previsioni delle aziende della provincia di Cuneo per il quarto trimestre dell’anno in corso continuano a mostrare segnali negativi, confermando un trend sfavorevole per il secondo semestre consecutivo. I principali indicatori dell’industria manifatturiera risultano in peggioramento e, in modo inusuale, le performance si rivelano inferiori persino rispetto alla media del resto del Piemonte. Analizzando il clima di fiducia, ovvero le aspettative degli imprenditori per i prossimi mesi, emerge il peso di un contesto globale complesso: tensioni geopolitiche, barriere commerciali, scenari bellici, una domanda interna debole e, di conseguenza, un atteggiamento prudente da parte dei produttori».

«Nonostante ciò, questo può rappresentare un momento favorevole per investire - afferma Costamagna -, rafforzare la competitività, puntare sulla qualità dei nostri prodotti e rendere più efficienti i processi industriali. I dati mostrano alti e bassi tipici delle fasi di transizione. Proprio ora dobbiamo lavorare sui processi, alzare la qualità e investire per tornare competitivi. La nostra provincia ha costruito nel tempo una posizione di riferimento nazionale: manteniamola con ottimismo e fiducia, mettendo al centro imprese e collaboratori. Il marchio “Made in Italy” resta la nostra leva: qualità, design e competenze che il mondo riconosce».

A rafforzare questa visione è anche il commento del direttore generale Cirio: «Le nostre sono previsioni che misurano in tempo reale l’umore e le intenzioni dell’imprenditoria. Per il secondo trimestre consecutivo, la manifattura cuneese segna un peggioramento rispetto alla media regionale in termini di produzione, ordini ed export. Tuttavia, tengono l’occupazione e l’utilizzo degli impianti, così come una prudente propensione a investire. È il mercato – soprattutto internazionale – a destare preoccupazione: per questo è fondamentale collaborare sul territorio e considerare l’industria per ciò che realmente è, ovvero un attore essenziale del benessere delle comunità».

«Facilitare l'accesso al credito»

Un sostegno può arrivare anche dalle istituzioni pubbliche. In collegamento video, l’assessore regionale alle Attività Produttive, Andrea Tronzano, ha ribadito l’importanza di strumenti come il Fondo Garanzia Piemonte per facilitare l’accesso al credito, delle filiere verdi, del bando per le certificazioni, della digitalizzazione, dei finanziamenti europei e delle iniziative a supporto dell’attrazione di nuovi investimenti, inclusi quelli per l’ampliamento delle sedi operative. Queste le parole dell’assessore: «Il Piemonte affronta una fase complessa, ma i segnali che arrivano dal sistema produttivo sono incoraggianti. Ho fiducia nella forza economica e nella capacità di reazione del Piemonte. La qualità dei nostri prodotti continua a essere apprezzata sui mercati esteri e molte imprese scelgono di investire per innovare e crescere. La Regione sostiene concretamente questo percorso con i fondi europei, il Fondo Garanzia Piemonte, i bandi per ricerca e sviluppo, digitalizzazione, filiere verdi e certificazioni, oltre alle iniziative per attrarre nuovi investimenti. Rafforzare insieme competitività e presenza internazionale è la chiave per consolidare la ripresa».

L’analisi di Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo, si inserisce in uno scenario più ampio, mettendo in luce come anche gli indicatori qualitativi della congiuntura risentano dell’attuale contesto globale, caratterizzato da forte incertezza: «Nel breve periodo l’economia globale resta esposta a diversi fattori di vulnerabilità. Tra i più rilevanti spiccano l’elevata incertezza geopolitica, con il rischio di nuove tensioni commerciali e conflitti regionali che potrebbero interrompere le catene di fornitura e alimentare pressioni sui prezzi dell’energia. Questo contesto ha condizionato anche gli indicatori qualitativi congiunturali della nostra indagine, impattando soprattutto sui comparti manifatturieri più esposti agli andamenti del commercio internazionale».

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