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Il tunnel più famoso d’Europa si ferma: traffico alpino a rischio paralisi

Per interventi di manutenzione straordinaria dalle ore 17 di lunedì primo settembre alle 17 di venerdì 12 dicembre

Il tunnel più famoso d’Europa si ferma: traffico alpino a rischio paralisi

Il Traforo del Monte Bianco, la principale arteria di collegamento tra Italia e Francia attraverso le Alpi, chiuderà completamente dalle ore 17 di lunedì 1° settembre alle ore 17 di venerdì 12 dicembre 2025. La decisione, confermata dal GEIE TMB – il consorzio che gestisce l’infrastruttura – si inserisce nel piano di manutenzione straordinaria volto a garantire la sicurezza e la modernizzazione del tunnel.

Durante i 103 giorni di stop sarà realizzato il secondo “cantiere-test” per il risanamento della volta, che interesserà due tratti per un totale di 254 metri. Si tratta della prosecuzione dei lavori già avviati nell’autunno 2024, nell’ambito di un investimento complessivo da circa 50 milioni di euro.

Effetto imbuto sulle Alpi

Se da un lato la scelta del periodo autunnale riduce l’impatto sul traffico turistico, dall’altro i disagi appaiono inevitabili, soprattutto per l’autotrasporto. Secondo le stime, tra l’80% e il 90% dei mezzi pesanti sarà dirottato sul Traforo del Frejus, che dovrà sopportare un carico straordinario. Per i veicoli leggeri, invece, le alternative principali saranno Gran San Bernardo, Frejus e altri valichi alpini.

Il contesto però complica ulteriormente le cose: dal 22 settembre il Colle del Piccolo San Bernardo chiuderà per lavori sul lato francese, mentre il Gran San Bernardo sarà interrotto per nove notti tra il 25 agosto e il 21 ottobre a causa degli interventi nella galleria svizzera di Les Toules. Una concomitanza di chiusure che rischia di trasformarsi in un “effetto imbuto” sulla mobilità transfrontaliera, con code e rallentamenti diffusi.

Le reazioni: allarme trasporti e proteste sul territorio

Le categorie economiche e i territori interessati hanno già lanciato l’allarme. La FIAP Autotrasporti, insieme a Unioncamere Piemonte e Chambre Valdôtaine, ha avviato un’indagine sulle conseguenze per le imprese del Nord-Ovest. Fai-Conftrasporto ha chiesto un intervento urgente a livello europeo per evitare una crisi logistica che potrebbe coinvolgere l’intero Paese.

Anche il trasporto passeggeri non nasconde preoccupazioni: FlixBus ha parlato di viaggiatori “intrappolati senza alternative né rimborsi adeguati”, chiedendo al MIT un coordinamento più chiaro con le autorità francesi. Sul fronte locale, i sindaci della Val di Susa hanno rinnovato l’allarme su traffico, inquinamento e sicurezza, invocando soluzioni immediate dal Prefetto di Torino.

Un piccolo sollievo arriva solo per gli utenti abituali: gli abbonamenti da 10 o 20 passaggi validi al 1° settembre saranno automaticamente prorogati di quattro mesi.

Un tunnel con una lunga storia

Inaugurato il 19 luglio 1965, dopo otto anni di lavori e l’impiego di oltre 350 operai, il Traforo del Monte Bianco è lungo 11,6 chilometri e collega Courmayeur, in Valle d’Aosta, a Chamonix, in Alta Savoia. All’epoca fu il traforo stradale più lungo del mondo e un simbolo dell’ingegneria europea.

La sua storia è segnata da un evento drammatico: il 24 marzo 1999 un incendio innescato da un camion provocò 39 vittime e la chiusura del tunnel per quasi tre anni. Da allora la sicurezza è stata rafforzata con sistemi di ventilazione, uscite di emergenza e protocolli severissimi. Oggi il Monte Bianco rimane una delle principali vie di comunicazione tra Italia e Francia, con un traffico medio annuo di circa 1,8 milioni di veicoli.

La chiusura del prossimo autunno conferma quanto sia strategica, ma anche fragile, questa infrastruttura alpina, il cui futuro passa da un delicato equilibrio tra esigenze di manutenzione, flussi commerciali e tutela dei territori attraversati.

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