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I NO TAV occupano l'autostrada. Cirio: "Inaccettabile"

Occupato il cantiere della Torino-Bardonecchia

I NO TAV occupano l'autostrada. Cirio: "Inaccettabiel"

Rifondazione: "Massima solidarietà agli attivisti"

Arrivano le reazioni ai fatti avvenuti in val Susa, dove un corteo di attivisti NO TAV ha occupato il cantiere dell'autostrada Torino-Bardonecchia. Centinaia secondo quanto si apprende, che hanno anche dato fuoco ad alcune masserizie: ne sono seguiti sconti con le forze dell'ordine con lancio di pietre e bombe carta da parte dei manifestanti. La protesta sta nell'ambito della marcia "ai cantieri della devastazione", come li ha definiti il movimento che si oppone alla realizzazione dell'Alta Velocità tra Torino e Lione.

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dell’assessore alla Sicurezza Enrico Bussalino: «Quanto accaduto sull’autostrada Torino-Bardonecchia è inaccettabile. Esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori impegnati nei cantieri, che ogni giorno svolgono il loro lavoro con professionalità e impegno, spesso in un clima di tensione che non dovrebbe esistere. Ringraziamo le Forze dell’Ordine per il lavoro che stanno svolgendo sul territorio. La libertà di manifestare non può mai trasformarsi in un attacco alla collettività e allo Stato. Bloccare un’arteria strategica, paralizzando il traffico e mettendo a rischio la sicurezza di cittadini e lavoratori, non è una forma di protesta ma un atto di irresponsabilità».

Anche la premier Giorgia Meloni ha commentato i fatti: "È vergognoso quanto accaduto in Val di Susa. Atti di guerriglia urbana indegni di una Nazione civile, che non hanno nulla a che vedere con l’espressione del dissenso e che condanniamo con fermezza".

 

Dal fronte opposto, Rifondazione Comunista si schiera coi manifestanti: «Oggi in Valsusa - ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale piemontese di RC  - si è realizzato l'ennesimo episodio di un copione noto: gli attivisti No Tav devono essere messi all'angolo come persone pericolose. Chi protesta contro un'opera che si può difendere solo in nome di un modello di sviluppo distruttivo e utile solo per chi fa profitti nel costruirlo, deve essere bandito in ogni modo e essere descritto a reti unificate come delinquente. Chi oggi ha subito anche sul proprio corpo questo tipo di strategia dichiarata è parte di un movimento, che nonostante vari tentativi di disgregazione e annullamento, è in piedi per riaffermare un altro modo di vivere, lavorare e comunicare su un territorio. Per queste motivazioni profonde e inamovibili vogliamo esprimere la massima solidarietà a chi è stato ferito. Non è mai servito a nulla questo tipo di atteggiamento repressivo sul movimento e anche questa volta sarà la stessa cosa».

Interviene anche il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: «L’ennesimo episodio andato in scena oggi, con l’assalto ai cantieri della Tav da parte delle brigate No Tav, è solo l’ultimo di una lunga serie di agguati allo Stato. Dare fuoco ai container, devastare i mezzi delle imprese, bloccare un’autostrada, lanciare pietre e bombe carta contro le forze dell’ordine: questo è terrorismo urbano, non dissenso. È un attacco eversivo contro la legalità e la collettività. E come tale va represso con la massima fermezza, senza ambiguità né giustificazioni. La libertà di manifestare non può trasformarsi in una licenza di distruggere. La stragrande maggioranza dei cittadini conosce il valore strategico della Tav per l’Italia e l’Europa, e non si farà intimidire da frange ideologizzate e violente che vogliono tenere in ostaggio un’intera valle. Piena solidarietà ai lavoratori costretti a interrompere l’attività, alle imprese colpite e soprattutto alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine che anche oggi hanno fronteggiato l’assalto con coraggio e dedizione».

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