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Scontro sui caregiver. La Regione: «Più fondi a chi assiste». PD: «Non è vero: è un "gioco delle tre carte"»

Calderoni replica alle affermazioni di Marrone

Scontro sui caregiver. La Regione: «Più fondi a chi assiste». PD: «Non è vero: è un "gioco delle tre carte"»

Esplode lo scontro sui fondi per i caregiver in Piemonte. Al centro di tutto, c'è il nuovo Piano Socio-sanitaro della Regione Piemonte, presentato la scorsa settimana. «Un Piano che ha l'obiettivo di rendere sociale la sanità - aveva dichiarato l’assessore alle Politiche sociali e all’integrazione socio-sanitaria Maurizio Marrone -, con attenzione ai caregiver che faticano ad assistere i propri cari senza i contributi necessari».

Ma arriva la replica di Mauro Calderoni, PD: «Non è vero: quelli non sono soldi aggiuntivi, ma fondi per che i Consorzi avevano già programmato per altro. È un... "gioco delle tre carte"».

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Marrone aveva parlato di «attenzione verso il ruolo dei caregiver familiari, che spesso sono la prima e insostituibile assistenza alle persone fragili, su cui ricade il peso maggiore di fatica e sacrifici». Spiegando: «Il Piemonte stanzierà 5 milioni di euro all'anno così da diventare una delle tre regioni italiane che più investe sulle famiglie caregiver. Abbiamo deciso di riscrivere integralmente la carta d’identità socio-sanitaria piemontese e, per la prima volta nella storia della nostra Regione, è stato fatto insieme alle associazioni di pazienti, ai professionisti sanitari, alle organizzazioni sindacali e alle  istituzioni locali; che saranno nuovamente coinvolte per la presentazione del testo approvato dalla Giunta».  Un intervento che dovrebbe raddoppiare i contributi nazionali e triplicare le risorse complessive a disposizione di chi assiste un familiare con disabilità o non autosufficiente.

Per Calderoni, però, le cose non stanno così: «Quei 5 milioni non sono soldi aggiuntivi, bensì una quota vincolata del Fondo regionale per la gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Fondi che i consorzi socio-assistenziali avevano già programmato e in parte impegnato per altri servizi. l risultato? O la Regione reperisce 5 milioni “veri” e freschi, oppure i consorzi saranno costretti a tagliare servizi essenziali già in calendario. Un annuncio presentato come un potenziamento rischia così di trasformarsi in un "gioco delle tre carte" a danno dei cittadini più vulnerabili, generando panico e incertezza negli enti gestori e nei comuni piemontesi. La verità è che, senza nuove risorse aggiuntive, i caregiver non guadagneranno nulla in più e chi oggi riceve altri servizi rischia di perderli».

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