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Sumud Flotilla, Maria Elena Delia rientra in Italia: «Non cambiamo rotta», ma si tratta

È la portavoce italiana della missione, docente di Torino

Sumud Flotilla, Maria Elena Delia rientra in Italia: «Non cambiamo rotta», ma si tratta

«Non accettiamo la proposta di Mattarella, non cambiamo rotta». Lo afferma Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, che però - come scrive anche ANSA -ora ha deciso di rientrare in Italia «al fine di condurre un dialogo diretto con le istituzioni per garantire l'incolumità dei membri italiani dell'equipaggio e il raggiungimento degli obiettivi della missione nel rispetto del diritto».

E con lei sarebbero scesi dalle barche anche altri italiani diretti a Gaza, per non mettere a rischio la propria vita. Lo ha confermato anche il giornalista Ivan Grozny, ieri sera , a La7: «C'è stata una spaccatura all'interno della Flotilla, a seguito di una riunione dopo gli attacchi di Israele. Ci si è divisi su questo, fra chi pensa che si deve andare avanti a ogni costo e chi invece non vuole mettere a rischio la propria vita. Le condizioni di sicurezza sono cambiate e i pericoli sono aumentati. È evidente che coloro che hanno deciso di abbandonare le imbarcazioni non vogliono "abbandonare il senso della missione", ossia cercare di accendere le luci su quello che è il genocidio che sta avvenendo a Gaza».

La portavoce italiana è piemontese

Maria Elena Delia, 55 anni, è di Torino. Laureata in fisica, è attivista per la Palestina da anni. Fa parte dell'International solidarity movement, la rete di cui è stato promotore Arrigoni, ed è stata la referente italiana pure della Freedom Flotilla for Gaza.

L'appello di Mattarella

Mattarella ha chiesto di fermare la missione a Cipro e lasciare che gli aiuti vengano portati in sicurezza: «Il valore della vita umana, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, dove viene gravemente calpestato con disumane sofferenze per la popolazione, richiede di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona. A questo scopo e al fine di salvaguardare il valore dell’iniziativa assunta – valore che si è espresso con ampia risonanza e significato – appare necessario preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza. Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme - anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza - di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza».

Nonostante l'appello del presidente Mattarella, la flotta umanitaria tiene però la barra dritta su Gaza e continua a rifiutare strade alternative. Ora è accompagnata dalla Marina Militare italiana, da quella greca ed è in attesa anche  quella spagnola.

 

 
 
 
 
 
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