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La Sindone è un falso medievale? Il card. Repole «Preoccupazione per la superficialità di certe conclusioni»

Il Custode pontificio del telo e il Centro internazionale di studi sulla Sindone replicano alle conclusioni del brasiliano Cicero Moraes

La Sindone è un falso medievale? Il card. Repole «Preoccupazione per la superficialità di certe conclusioni»

Il Custode pontificio del telo e il Centro internazionale di studi sulla Sindone replicano alle conclusioni del brasiliano Cicero Moraes

Un dibattito tra fede e scienza che probabilmente non avrà mai fine. Stiamo parlando della Sindone, il lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli di un condannato alla crocifissione e descritti nella passione di Gesù.

Qualche giorno fa uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Archaeometry ha riportato a galla l’ipotesi che si tratti un manufatto medievale eseguito non posando il telo su un corpo umano, bensì su una scultura a bassorilievo. Lo studio è stato eseguito da un team brasiliano attraverso, una simulazione 3D, guidato dal brasiliano Cicero Moraes, famoso per le sue ricostruzioni tridimensionali di personaggi storici.

Conclusioni a cui il Centro internazionale di studi sulla Sindone ha ribattuto punto su punto. «La discussione proposta si inserisce in un tema noto e ancora aperto: la natura della proiezione dell’immagine sindonica. Il passaggio da una proiezione cilindrica (telo avvolto al corpo, con inevitabili deformazioni laterali, assenti sul telo) a una ortogonale (trasferimento verticale dei dettagli, con minime distorsioni, ma non in grado di spiegare la presenza dell’immagine nelle parti non in contatto) comporta implicazioni significative per le ipotesi di formazione. I modelli digitali possono contribuire alla riflessione, ma non sostituiscono l’analisi fisica e chimica del reperto, la quale finora ha escluso la compatibilità dell’immagine con metodi pittorici, contatto con bassorilievo o strinatura da bassorilievo caldo».

Sul tema è intervenuto anche il cardinale Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, Vescovo di Susa e Custode pontificio della Sindone. «Ancora una volta assistiamo al lancio di nuove “rivelazioni” sulla Sindone e i suoi misteri. Oggi si tratta dell’ipotesi che il Telo sindonico sia stato steso non sul cadavere di un uomo ma su un “modello” artefatto, che riprodurrebbe le caratteristiche dell’immagine – scrive –. Il Custode della Sindone non ha motivo di entrare nel merito delle ipotesi formulate liberamente da scienziati più o meno accreditati. Il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino, che statutariamente assicura il suo supporto scientifico al Custode, pubblica un documento che analizza in dettaglio metodo e risultati di questa “scoperta”. Se non ci si può stupire più di tanto del clamore che certe “notizie”, vere o verosimili, nuove o datate, possono suscitare in un circuito mediatico che ormai è globale e istantaneo, rimane la preoccupazione per la superficialità di certe conclusioni, che spesso non reggono a un esame più attento del lavoro presentato. E rimane da ribadire l’invito a non perdere mai di vista la necessaria attenzione critica a quanto viene così facilmente pubblicato».

I rilievi del Centro internazionale di studi sulla Sindone

«L’autore ha realizzato modelli 3D di un corpo umano e di un bassorilievo, utilizzando software open source e simulazioni fisiche per analizzare i punti di contatto di un telo con le superfici. Il risultato indica che i punti di contatto tra telo e bassorilievo corrispondono ad un’immagine meno deformata rispetto ai punti di contatto con un corpo tridimensionale, in quanto quest’ultimo genera l’effetto di deformazione cosiddetto di Maschera di Agamennone, ben noto in letteratura. In altre parole, nella figura 6 dell’articolo l’autore conferma un risultato noto sin dai primi studi di Vignon e Delage del 1902, per cui l’immagine sindonica si configura come proiezione ortogonale. Non si ravvisa nessun elemento di novità in questa conclusione dell’articolo. In aggiunta, a partire dagli studi in situ del gruppo STuRP (1978) e dalle successive analisi chimico-fisiche, è stata esclusa la formazione dell’immagine per mezzo di pittura, frottage con bassorilievo, o contatto con una statua/bassorilievo riscaldata. In sintesi, il risultato dell’articolo in questione sull’assenza dell’effetto Maschera di Agamennone e relativa proiezione verticale dell’immagine sindonica è già noto da oltre un secolo, e la conseguenza ipotizzata dall’autore sulla origine pittorica o strinata da contatto della Sindone su un bassorilievo è ampiamente smentita da numerosi studi fisico chimici, in primis STuRP e confermati da misure più recenti, di cui esiste ampia letteratura su riviste scientifiche accreditate. Il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone (CISS) ribadisce l’importanza di un approccio rigoroso e interdisciplinare, che distingua nettamente tra dati certi e ipotesi, integrando i risultati di tutte le discipline coinvolte».

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