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In Piemonte arriva il “patentino per lo smartphone”

Approvato dal Consiglio regionale il Piano triennale ’25-’27 contro bullismo e cyberbullismo: più fondi, più educazione digitale e un modello per tutta Italia

In Piemonte arriva il “patentino per lo smartphone”

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità il Piano triennale 2025-2027 contro bullismo e cyberbullismo, previsto dalla legge regionale, e al centro c’è lui: il “Patentino per lo smartphone”, uno strumento educativo che insegnerà ai ragazzi a usare il telefono con consapevolezza, rispetto e responsabilità.

Il provvedimento, presentato dalla vicepresidente Elena Chiorino, è il primo Piano triennale, frutto del lavoro del tavolo tecnico regionale, composto da esperti provenienti da diversi settori che operano in stretto contatto con le istituzioni scolastiche, le autorità locali e le realtà del terzo settore.

Il Piano – ha sottolineato Chiorinoprevede un incremento da 240 mila a 280 mila euro e ambisce a essere un documento di riferimento per chi lavora nella scuola, per le famiglie, per gli studenti e per chi è impegnato a contrastare tali fenomeni promuovendo e sostenendo la tutela e la valorizzazione della crescita educativa, psicologica e sociale dei minori”.

Tra gli interventi figurano il “Patentino per lo smartphone”, che mira a educare i giovani all’uso consapevole delle tecnologie, il programma “Gruppo noi”, per gestire il disagio scolastico in collaborazione con le risorse territoriali, i progetti “Incroci” per l’educazione alla legalità, “Ambasciatori del Consiglio regionale del Piemonte” sui temi della cittadinanza attiva e “Secursé” per un supporto alla rielaborazione dell’esperienza di bullismo.

Il dibattito generale è stato aperto da Silvio Magliano (Lista Cirio), che ha “ringraziato per il lavoro svolto affinché il Piemonte sia all’avanguardia nella lotta al bullismo e al cyberbullismo, la messa in campo delle misure necessarie a prevenirlo e a combatterlo”.

Federica Barbero – intervenuta per Fdi con Davide Zappalà e Roberto Ravello – ha messo in evidenza “la percentuale sempre più ampia di giovani che denuncia di aver subito atti di bullismo o di cyberbullismo e la crescita di disturbi quali ansia, depressione, ritiro sociale e calo del rendimento scolastico quali ‘campanelli d’allarme': le azioni messe in atto dalla Regione riconoscono la necessità di un lavoro integrato e interdisciplinare per creare una rete viva e attiva sul territorio”.

Giulia Marro – intervenuta per Avs con Alice Ravinale e Valentina Cera – ha notato come “bullismo e cyberbullismo vedano alcune persone più prese di mira rispetto ad altre. Gli atti ad essi legati sono non di rado originati dalle differenze di genere, di orientamento sessuale, di provenienza e di etnia. Per questo è necessario educare al rispetto della diversità”.

 
Per Domenico Rossi – intervenuto per il Pd con Nadia Conticelli e Domenico Ravetti – “è evidente l’importanza di contrastare soprattutto il cyberbullismo e di educare all’uso corretto dei social e dei dispositivi, che possono minacciare la vita relazionale e il benessere psicologico soprattutto nei più giovani. È buona cosa aver reso più strutturale il progetto del ‘patentino’, che è stato mutuato da diverse regioni e ci auguriamo possa estendersi in tutta Italia”.

Vittoria Nallo (Sue) ha evidenziato “l’importanza del tavolo di lavoro e delle iniziative messe in atto. È strategico il contributo del pubblico e del privato, così come la collaborazione tra tutti i soggetti interessati”. Sarah Disabato (M5s) ha auspicato, in futuro, “interventi e finanziamenti ulteriori per contenere sempre di più l’estendersi dei fenomeni”.

 

 

 

Per dichiarazioni di voto sono intervenuti la presidente della Commissione Cultura Paola Antonetto (Fdi), Rossi (Pd) e Annalisa Beccaria (Fi).

Prima della votazione finale l’Aula ha votato due ordini del giorno proposti dal gruppo Avs: approvato quello di Ravinale per promuovere i patti digitali per un miglior utilizzo dei dispositivi digitali da parte dei minori; respinto quello di Cera per l’introduzione di percorsi permanenti di educazione alla sessuo-affettività nelle scuole piemontesi come politica attiva di prevenzione del bullismo e del cyberbullismo.

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