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Quando la montagna sa accogliere anche la disabilità

Garessio: al rifugio Savona per la prima volta un’escursione “diversa” che ha coinvolto un centinaio di volontari

Quando la montagna sa accogliere anche la disabilità

Era il 13 settembre 2025: una data che in molti ricorderanno e che ha segnato un orizzonte nuovo alle possibilità che la montagna offre, ma per capire meglio bisogna fare un passo indietro e arrivare al punto di partenza.
Il C.A.I di Savona ha recentemente ristrutturato il Rifugio “Savona” situato in Val Tanaro nelle Alpi Liguri, tra i Comuni di Garessio e Pamparato, grazie al contributo della Regione Piemonte, tramite fondi europei del PNRR, del C.A.I Centrale, della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e la collaborazione di imprese e volontari. Il lavoro è stato fatto con un’attenzione particolare all’accessibilità, cercando di eliminare quindi il più possibile le barriere architettoniche. Gianni e Claudio, entrambi soci attivi e operativi nel C.A.I di Cengio, sottosezione “Ezio Billia”, hanno avuto l’idea di sperimentare l’escursione con un gruppo di persone con disabilità e di coinvolgere così l’Associazione di promozione sociale “DiversamenteVb” che si occupa di persone adulte con disabilità e alcuni operatori e pazienti, della Residenza Protetta “Prà Ellera” con sede a Cairo Montenotte.

 

 

A giugno 2025 prende il via la macchina organizzativa che ha coinvolto circa un centinaio di volontari tra varie Associazioni ed Enti affinchè tutto potesse svolgersi al meglio. Si è individuata una data: sabato 13 settembre, ed è stata questa la giornata in cui persone con disabilità intellettiva e/o lievemente fisica hanno potuto essere i protagonisti sul sentiero che da Colla di Casotto porta al Rifugio “Savona” con dislivello di circa 300 metri. Dopo un sopralluogo effettuato con alcuni volontari dell’Associazione “DiversamenteVb” si è deciso di chiedere anche aiuto a autisti di jeep e alla Protezione civile di Garessio per consentire a tutti di percorrere il tragitto in tranquillità e sicurezza, soprattutto i tratti maggiormente in salita. Carichi di emozione, dopo il viaggio in automobile, il ritrovo è stato alla Colla di Casotto da cui inizia il percorso a piedi. La giornata si è presentata con un cielo uggioso e carico di nuvole stratificate permettendo così agli escursionisti di godere di un clima gradevolmente fresco e apprezzare la bellezza dei colori autunnali tra i faggi e i castagni.

Il gruppo è composto da circa 80 persone di tutte le età e si inizia così il cammino sostenendosi reciprocamente nella fatica tra battute scherzose, fiatoni, risate e una buona compagnia per tutti. Nella quasi totalità anche le persone con disabilità sono riuscite a raggiungere la mèta, per alcuni è stato necessario il supporto di un passaggio con uno dei mezzi predisposti per l’aiuto. All’arrivo in mezzo ad uno spettacolo della natura e a un paesaggio mozzafiato fra la nebbia ecco apparecchiata una bella tavolata pronta ad accogliere tutti. La tipica polenta garessina, preparata con cura dai volontari della Pro loco di Garessio, ha premiato gli escursionisti della fatica. Ottime anche le altre pietanze condivise con gusto e amicizia. Al termine del pranzo e dopo un tempo di festa con canti tradizionali, la pioggia non ha permesso agli escursionisti la discesa a valle a piedi e questo ha consentito agli organizzatori di mettere alla prova il piano previsto in caso di bisogno: i vari mezzi sono stati preziosi e utili per garantire il ritorno in sicurezza.

 

 

«Riflettendo sull’esperienza possiamo dire che quanto vissuto è una metafora della vita: siamo invitati a camminare insieme condividendo le diverse abilità di cui ciascuno è custode e portatore – raccontano da “DiversamenteVb” -. Quindi, la montagna, con le dovute precauzioni e seguendo le indicazioni degli esperti, può diventare un’esperienza fattibile anche per persone con disabilità, permettendo loro di arricchirsi di emozioni e ricordi per la vita e andare oltre a quelle barriere mentali che per anni li hanno relegati nelle categorie di “infantilismo e incapacità”. Grazie a tutti i volontari e operatori coinvolti per aver regalato un’opportunità così grande».

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