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17 Novembre 2025 - 05:06
Quando Legambiente ha presentato a Torino il Rapporto Ecomafia 2025, un dato ha colpito più di tutti: è Cuneo la provincia piemontese con il maggior numero di reati ambientali registrati nel 2024. Un primato amaro, che introduce una fotografia regionale segnata da un aumento complessivo del 22% degli illeciti, con 1.659 reati e oltre 1.600 persone denunciate. Numeri che raccontano un territorio sotto pressione, tra traffici illeciti, cementificazioni fuori norma, rifiuti mal gestiti e un’attività investigativa sempre più intensa.
La giornata dedicata al rapporto si è svolta al Museo A come Ambiente di Torino, e ha unito due momenti diversi ma correlati: al mattino la presentazione del progetto “Planet – a serious Game”, gioco di ruolo cooperativo pensato da MAcA e Legambiente per spiegare il fenomeno delle ecomafie ai più giovani; al pomeriggio l’analisi dei dati, con un tavolo a cui hanno partecipato istituzioni regionali, magistratura, forze dell’ordine, Arpa e Libera.

Nel dettaglio, la crescita piemontese si concentra soprattutto su due fronti. Il primo è quello della gestione illecita dei rifiuti, che nel 2024 registra un aumento del 46% con 681 reati, superando anche la media nazionale. Il secondo riguarda il ciclo del cemento, dove i reati arrivano a 649, segnando un +21,6% rispetto all’anno precedente. Fenomeni che in molti casi si intrecciano: cantieri irregolari, discariche abusive, terre e inerti movimentati senza autorizzazione.
E se il dato regionale è già significativo, quello provinciale racconta con ancora più chiarezza dove si concentra il problema. Cuneo, con 356 reati, cresce del 61% in un solo anno e supera Torino, ferma a 332, e Alessandria, a quota 159. Torino resta però la provincia con il maggior numero di sequestri, quasi la metà dei 231 totali registrati in Piemonte. Le altre province mostrano numeri più contenuti, ma comunque rilevanti in molte aree del territorio.
La presentazione del rapporto ha dato spazio anche alla voce delle istituzioni. Magistrati, dirigenti regionali, carabinieri forestali e rappresentanti della Direzione Investigativa Antimafia hanno discusso delle nuove forme di illegalità ambientale e della necessità, più volte ribadita, di rafforzare controlli e collaborazione. A sintetizzare la posizione di Legambiente è stata la presidente regionale Alice De Marco, che ha parlato di dati “che non sono solo numeri, ma ferite sul territorio” e della necessità di mettere al centro la legalità come condizione per qualunque transizione ecologica.

Un messaggio ripreso anche da Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità, che ha sottolineato come la crescita dei reati sia in parte il segno della maggiore efficacia dei controlli, ma rappresenti comunque un campanello d’allarme da non ignorare. Il Piemonte, ha ricordato, deve prepararsi a recepire la nuova direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente entro il 2026, un passaggio che richiederà investimenti, formazione e un coordinamento ancora più stretto tra le diverse autorità coinvolte.
La giornata torinese ha confermato che il fenomeno delle ecomafie non è distante né astratto, ma tocca direttamente territori come quello cuneese, dove l’aumento dei reati ambientali appare più marcato. Il Rapporto 2025, nelle intenzioni di Legambiente, è un invito a riconoscere questa realtà e a costruire una risposta collettiva, più forte e più consapevole, per proteggere ambiente e comunità.
La provincia di Cuneo guida la classifica regionale con 356 reati, segnando un aumento del 61% rispetto al 2023. Seguono:
Torino: 332 reati (+14,88%), quasi la metà dei sequestri regionali
Alessandria: 159 reati (+39,47%)
Verbano-Cusio-Ossola: 101
Novara: 97
Asti: 82
Vercelli: 62
Biella: 52
Durante la presentazione, Legambiente ha illustrato 11 proposte operative, che includono:
recepimento della nuova direttiva UE sui crimini ambientali
nuove norme contro l’abusivismo edilizio
inserimento nei reati presupposto del D.lgs. 231/2001 dell’omessa bonifica
aumento delle risorse per i controlli di Arpa
pene più severe per incendi e reati contro la fauna
accesso gratuito alla giustizia per le associazioni del Terzo settore
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