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30 Dicembre 2025 - 08:56
Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI
Può sembrare strano per chi è abituato a vedere il diesel più conveniente, ma dal 1° gennaio 2026 lo scenario ai distributori è destinato a cambiare: il gasolio potrebbe costare più della benzina.
La ragione è nella nuova Legge di bilancio, che interviene sulle accise rimodulando la tassazione sui carburanti. Il provvedimento prevede infatti una riduzione dell’accisa sulla benzina di 4,05 centesimi al litro e, nello stesso momento, un aumento di 4,05 centesimi al litro dell’accisa sul gasolio autotrazione. Risultato: per entrambi i carburanti l’imposta si allineerà a 672,90 euro ogni mille litri.
Una volta azzerato il vantaggio fiscale del diesel, a fare la differenza sarà il costo industriale, storicamente più alto per il gasolio. Se la filiera petrolifera (produttori e distributori) deciderà di non ritoccare i propri margini, è quindi molto probabile che il prezzo finale alla pompa del gasolio superi quello della verde.

Sul tema era intervenuta, nei giorni scorsi, come riporta ADKronos, anche Codacons, rimarcando le brutte notizie per i 16,6 milioni di italiani proprietari di autovetture alimentate a gasolio.
Il riallineamento delle accise voluto dal Governo porterà nelle casse statali un incremento delle entrate pari a 552 milioni di euro nel 2026. "Considerata anche l'Iva al 22%, un pieno di gasolio da 50 litri costerà quindi dal prossimo gennaio 2,47 euro in più rispetto ad oggi, con un maggior esborso su base annua, ipotizzando due pieni al mese, da +59,3 euro ad autovettura – calcola il Codacons – . Se si considera anche l’incremento da 1,5 centesimi scattato lo scorso maggio, il rincaro complessivo è pari a 3,38 euro a pieno, +81,1 euro all’anno. La manovra del Governo prevede una analoga riduzione per l’accisa sulla benzina, ma il ribasso rischia di rimanere solo sulla carta: come già osservato a maggio, quando l’accisa è aumentata di 1,5 centesimi di euro il prezzo del gasolio alla pompa è immediatamente salito, mentre per la verde, pur in presenza di una riduzione dell’accisa da 1,5 centesimi, i ribassi sono stati minimi".
È possibile che, almeno nella fase iniziale, gli operatori intervengano sui margini – oggi più alti sul gasolio – per attenuare l’impatto della novità sui portafogli. Lo ha lasciato intendere anche Gianni Murano, presidente di Unem (l’ex Unione Petrolifera), secondo cui dal gennaio 2026 l’allineamento delle accise renderà il gasolio più caro della benzina di circa 3 centesimi al litro. Resta il fatto che il cambiamento peserà su un parco circolante ancora ricco di vetture diesel e su un mercato del nuovo in forte calo: entro fine 2025, tra diesel “puri” e plug-in, le immatricolazioni non dovrebbero superare le 150 mila unità, segno che il vantaggio economico del gasolio è ormai sempre meno scontato.
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