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Debutto nazionale di "Ovest Samsara": il film "no budget" di Ilva Fontana, tra dolore e speranza

La "prima" al cinema di Dogliani. Un viaggio che racconta il potere dei piccoli gesti, girato tra Dogliani, Mondovì, Carrù e Farigliano

Debutto nazionale di "Ovest Samsara": il film "no budget" di Ilva Fontana, tra dolore e speranza

Una fase delle riprese del film di Ilva Fontana

Venerdì 18 luglio, alle ore 21, presso il "Cinema Multilanghe" di Dogliani, è in programma la prima proiezione nazionale del film "Ovest Samsara" di Ilva Fontana.

Questo lungometraggio esplora tematiche quali il dolore e la speranza, l'amicizia e il rispetto per l'ambiente, la spiritualità e il potere dei piccoli gesti nel migliorare la nostra vita quotidiana.

Il film è stato realizzato in quattordici località del Cuneese, tra le quali Dogliani, Mondovì, Farigliano, Cuneo, Carrù e molte altre, con l'obiettivo di rivelare la poesia intrinseca nella semplicità della vita quotidiana.

"Ovest Samsara" rappresenta l'atto conclusivo di un progetto omonimo che include anche un percorso didattico incentrato sulla recitazione e la messa in scena.

Nato dalla collaborazione di due associazioni, Alfombras Voladoras di Farigliano e Cercando il Cinema APS di Chiusa di Pesio, il progetto affonda le proprie radici in oltre trent'anni di attività culturale, specificamente nel campo audiovisivo e teatrale, saldamente legata al territorio del nord-ovest. Sarà presente in sala la regista, Ilva Fontana.

NOTE DI REGIA

Questo progetto filmico, nato nel 2022, risponde alla domanda che mi sono fatta con serietà, spiega Ilva Fontana: "Cosa è possibile produrre, nel modo più professionale possibile, senza nessun tipo di sponsorizzazione, né pubblica, né privata, negli anni ‘20 del terzo millennio?"

«Esiste una realtà inconfutabile: un’opera, per essere apprezzata o meno deve poter esistere, essere vista da un pubblico il più numeroso e eterogeneo possibile. Sembra banale una simile affermazione ma, purtroppo sempre più spesso la produzione e la distribuzione, soprattutto di opere prime, non risponde in termini di occasioni, a criteri di equità o merito. La sfida, in un mondo produttivo e distributivo sempre più in crisi, è stata per me, riuscire a fare un prodotto “no budget” – spiega Ilva Fontana –. Nel febbraio 2022, in seguito a un momento doloroso della mia vita, ho sentito l’esigenza di fare un bilancio sia personale che professionale, dopo 40 anni di attività nel settore culturale. Ho scritto la sceneggiatura con una attenzione particolare alla reale fattibilità di quello che scrivevo, sia in termini di luoghi che di persone da coinvolgere nell’impresa.

Le attrezzature come microfoni, macchine da presa ecc... professionali o semi professionali, erano di proprietà o delle associazioni o dei professionisti stessi. In seguito ho radunato una troupe professionale minima (Regista, direttore fotografia, tecnico del suono in presa diretta) per le riprese, ho cercato un musicista per la colonna sonora e giovani tecnici dell’audiovisivo per la parte di post produzione. Per gli attori ho coinvolto, oltre a me stessa, altri quattro professionisti e un folto gruppo di persone, adulti e ragazzi, che avevano seguito negli anni i corsi di recitazione tenuti principalmente da me per le due Associazioni.

L’adesione è stata immediata (sono coinvolte più di 120 persone) ed è cominciato un periodo di organizzazione e preparazione per le riprese che sono cominciate ad agosto del 2022 e finite nello stesso mese del 2023, seguite dalla fase di montaggio che è stata terminata proprio nel 2025. Gli 8 episodi che compongono il film sono stati girati in 14 paesi della Provincia Granda, cercando di inserire le storie nel territorio.

Ora comincia una fase in cui si cercherà di promuovere la visione del prodotto finale in modalità alternative, guidati da logiche il più possibile diverse da quelle tradizionali e prettamente economiche (per esempio beneficenza e festival) e ci sono già richieste anche fuori regione.

Fonte di ispirazione, soprattutto nella fase organizzativa e produttiva iniziale, sono state le opere prime di molti registi (dai pionieri assoluti dell’inizio, alla Nouvelle Vague, al free cinema, da Dogma 94 all’ondata spagnola degli anni ‘80/’90 del ‘900) che in passato si sono trovati nella impossibilità di debuttare e hanno cercato, privi di mezzi sia tecnici che finanziari, di raccontare delle storie…».

Un progetto che comincia già a destare attenzione, sia in Italia che all’estero, proprio per la sua unicità.

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