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22 Luglio 2025 - 15:54
I letti dei fiumi piemontesi sono sempre più aridi, ma la Regione autorizza comunque i prelievi d'acqua. È bufera sulla recente approvazione della Legge Regionale 9/2025, che al suo articolo 34 interviene in modo radicale sulla gestione del Deflusso Ecologico (DE), suscitando l’indignazione delle associazioni ambientaliste.
La norma, varata dal Consiglio regionale del Piemonte, prevede che in caso di scarsità idrica – una condizione sempre più frequente nei mesi estivi – il DE non venga più calcolato secondo i criteri del Regolamento regionale vigente. Al contrario, il limite massimo diventa il 30% della portata effettiva del corso d'acqua, anche quando fiumi e torrenti sono già al limite del prosciugamento.
Una scelta che, secondo Pro Natura Piemonte, vanifica la funzione stessa del Deflusso Ecologico, concepito per garantire la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali. L’associazione denuncia un netto scostamento dalle normative europee, in particolare dalla Direttiva 2000/60/CE, che impone agli Stati membri di garantire il buono stato ecologico dei corpi idrici.
Pro Natura ha già inviato una richiesta formale al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica affinché la disposizione venga impugnata davanti alla Corte Costituzionale. L’appello è stato esteso anche al Consiglio dei Ministri, all’Autorità di bacino del fiume Po (AdBPO) e alla Commissione ENVI del Parlamento Europeo.
Ma l’associazione non si ferma qui: se l’articolo 34 non verrà eliminato, è pronta a presentare una denuncia per infrazione alla Commissione europea, sostenendo che la nuova norma configura una violazione sistematica del diritto comunitario.
Nel frattempo, Pro Natura invita il presidente della Giunta e quello del Consiglio regionale del Piemonte ad agire in autotutela, stralciando l’articolo incriminato. Una battaglia che mette in gioco non solo il futuro dei fiumi piemontesi, ma anche la credibilità delle politiche ambientali regionali.
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