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L'arte e la storia dei Savoia esposti in Cina

Ha aperto in questi giorni una mostra di Palazzo Madama al Guangdong Museum di Guangzhou, una delle più grandi istituzioni museali della Repubblica Popolare Cinese

L'arte e la storia dei Savoia esposti in Cina

Nell'immagine, il direttore di Palazzo Madama, Giovanni Carlo Federico Villa

Ha aperto in questi giorni una mostra evento dedicata alle collezioni di Palazzo Madama a Torino, organizzata in partnership con una delle maggiori istituzioni museali della Repubblica popolare cinese. Si tratta del Guangdong Museum di Guangzhou, che conta ben sette milioni di visitatori ogni anno: la mostra è intitolata “Crown of elegance – Court Life and art of Savoy in the XVIII Century”  ed espone in Asia la storica “Corona di delizie” e altri oggetti di arte applicata. L’esposizione promuove Torino e il sistema delle Residenze reali sabaude, offrendo al pubblico l’opportunità di scoprire la Torino del diciottesimo secolo, i suoi spazi, le sue architetture, la vivacità culturale e la vita dell’epoca, con particolare attenzione alla vita della corte sabauda. Un percorso che intreccia saperi artigianali, gusto decorativo e codici di rappresentazione del potere, restituendo al pubblico internazionale la raffinatezza di una delle più longeve dinastie europee attraverso oggetti d’uso e di rappresentanza, espressione concreta di una cultura materiale che fonde arte, funzione e identità politica.

 

Il pubblico cinese può ammirare in mostra oltre 160 opere, tra preziose oreficerie, bronzi, vetri dorati, dipinti, tessuti, maioliche, porcellane, rilegature, mobili e intarsi: un corpus che attraversa le principali arti applicate e restituisce l’identità culturale di una corte e di un’epoca.

Il progetto, emerso da una stretta collaborazione tra i curatori del Guangdong Museum e quelli di Palazzo Madama, è stato coordinato da Clelia Arnaldi di Balme e Paola Ruffino, insieme alla responsabile dell'internazionalizzazione Angela Benotto.

Tale iniziativa si concentra sul concetto del "mestiere delle arti", una conoscenza artigianale capace di coniugare tecnica e bellezza, funzionalità e valore simbolico. Questo patrimonio immateriale è incarnato dal lavoro di orafi, vetrai, ebanisti e tessitori, le cui opere si radicano in tradizioni secolari che nemmeno la rivoluzione industriale è riuscita a sopprimere.

Da questa prospettiva scaturisce il nucleo tematico dell'esposizione: il "Saper fare", ossia "il segreto alla base della creatività e del genio italiano". Tale straordinaria qualità della manifattura ha dato vita a capolavori capaci di attraversare i secoli e incantare generazioni, rendendo l'artigiano-artista non solo un custode di bellezza, ma anche protagonista di un modello economico e culturale sostenibile.

Quest'ultimo è in grado di armonizzare ricchezza materiale e spirituale, attenzione sociale, giustizia e affermazione del merito attraverso il valore della qualità.

Tra i pezzi più significativi, spiccano le opere d’arte cinese realizzate per la corte sabauda, testimonianze concrete del gusto per l’Oriente che pervadeva l’Europa del XVIII secolo e che trovò in Torino una delle sue espressioni più colte.

 

Per dare conto della complessità di queste relazioni internazionali, la mostra presenta anche capolavori di rara importanza storica. Tra questi, un eccezionale dono diplomatico: un servizio in porcellana della celebre manifattura di Meissen, inviato nel 1725 da Augusto il Forte, re di Polonia ed elettore di Sassonia, a un sovrano europeo. Il cuore del servizio è l’unica opera documentata di Johann Gregorius Höroldt, massimo pittore della storia della porcellana europea. Le sue scene, inventate di fantasia e non tratte da modelli preesistenti, introducono per la prima volta il “mondo cinese” nella porcellana occidentale, con uno stile minuzioso, brillante e fiabesco che segna una svolta nell’arte della decorazione.

Il dono – composto da circa 300 pezzi suddivisi in dodici casse – giunse a Torino nel novembre del 1725, esattamente trecento anni fa. Una ricorrenza che si affianca al 250° anniversario della morte di Höroldt, rendendo la presenza di queste opere in mostra ancora più simbolica e attuale. «La mostra in corso a Guangzhou rappresenta uno dei risultati più rilevanti del percorso di internazionalizzazione avviato in questi anni da Fondazione Torino Musei con l’attuazione del proprio Piano Strategico, che ha previsto la creazione di una funzione interna dedicata allo sviluppo delle relazioni culturali internazionali, con l’obiettivo di strutturare un’attività continuativa e coordinata di promozione all’estero del patrimonio civico torinese e piemontese – sottolinea Massimo Broccio, Presidente della Fondazione Torino Musei – Attraverso questo nuovo assetto, la Fondazione ha saputo attivare una importante rete di relazioni istituzionali e progettuali con musei, enti e operatori culturali di rilievo internazionale, dando vita a mostre itineranti, co-progettazioni espositive, iniziative di formazione e azioni congiunte di comunicazione e posizionamento strategico. L’esposizione prende avvio dalle collezioni di Palazzo Madama, luogo fondativo della città, il cui straordinario valore simbolico e architettonico – con oltre duemila anni di storia – rappresenta il punto di partenza per un racconto più ampio sulla cultura di corte, le arti decorative e il sistema delle Residenze Reali del Piemonte. Va inoltre ricordato che Palazzo Madama ha recentemente siglato un importante accordo quadro con il Nanjing Museum, il secondo museo della Repubblica Popolare Cinese: si tratta del primo accordo ufficiale mai sottoscritto tra un museo statale cinese e un museo italiano. Un’intesa storica che ha già dato avvio a una serie di progetti scientifici congiunti, in cui direttori, conservatori e curatori delle due istituzioni lavorano fianco a fianco per sviluppare interpretazioni comuni e condivise del patrimonio culturale. Questa mostra, dunque, non è solo un’esposizione temporanea, ma uno delle tante azioni concrete di diplomazia culturale che conferma il ruolo di Fondazione Torino Musei come modello di riferimento per l’innovazione, la cooperazione internazionale e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano nel mondo, capace di costruire ponti tra storie, competenze e visioni, nel segno della qualità, del dialogo e della bellezza condivisa».  

Il Guangdong Museum

«In questi anni Palazzo Madama si è fatto promotore di un progetto culturale di respiro internazionale, nato da un insieme di collaborazioni scientifiche fondate sulla stima reciproca, sul confronto e sulla strutturazione di una ampia riflessione sugli archetipi che, fin dall’epoca antica, hanno attraversato e posto in dialogo le culture. Quella appena inaugurata è una mostra generata da una precisa riflessione tra direzioni e conservatorie museali, strutturata con rigore e nella definizione di visioni condivise in un confronto tra istituzioni che condividono valori e responsabilità.

In occasione del 55° anniversario delle Relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, questo progetto si caratterizza quale un esempio virtuoso di diplomazia culturale, capace di rafforzare il ruolo dei musei come luoghi di soft power, pensiero critico e cooperazione internazionale. Un progetto tramite cui Palazzo Madama conferma la propria funzione strategica all’interno del sistema culturale internazionale: custode di un patrimonio materiale e immateriale che si fa costruttore di ponti in un presente che sulla coscienza del passato possa definire i tasselli essenziali di un futuro consapevole», dichiara Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama.

 

«Siamo orgogliosi di contribuire a questa straordinaria operazione culturale internazionale, che consente di far conoscere al pubblico cinese non solo la bellezza delle singole Residenze Reali, ma l’unità e la forza del sistema che le connette, riconosciuto dall’UNESCO come sito seriale” - dichiara Michele Briamonte, Presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. “Questa sinergia con Fondazione Torino Musei rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni culturali piemontesi" - prosegue Chiara Teolato, Direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude - "capaci di operare insieme per la valorizzazione e la promozione all’estero di un patrimonio condiviso, ricco di storia, arte e paesaggio, e sempre più riconosciuto come una risorsa strategica per il posizionamento culturale e turistico del nostro territorio a livello globale»

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