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25 Luglio 2025 - 10:30
Continua a tenere banco la querelle relativa al dimensionamento scolastico: se da una parte la Provincia di Cuneo e nello specifico il consigliere delegato Roberto Baldi stanno cercando la “quadra” per adempiere alle richieste della Regione dall’altro le sigle sindacali tengono il punto su alcuni aspetti «fondanti».
La FLC CGIL Cuneo ha partecipato attivamente a tutti gli incontri istituzionali sul tema del dimensionamento scolastico, organizzati presso la sede della Provincia. A questi tavoli hanno preso parte sindaci, dirigenti scolastici e rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
«Durante questi momenti di confronto, sempre improntati al dialogo democratico e inclusivo - commentano dalla FLC CGIL Cuneo - abbiamo espresso con chiarezza la nostra contrarietà agli accorpamenti previsti, una posizione condivisa anche da altre province e dalla Città Metropolitana. Questo dimostra un ampio dissenso diffuso sul territorio. Abbiamo ribadito e ribadiamo con forza la nostra opposizione al piano di dimensionamento scolastico proposto, sottolineando le gravi conseguenze che potrebbe avere sul sistema dell’istruzione pubblica e sul personale scolastico».
«I principali motivi del dissenso sono la Perdita di identità educativa, il sovraccarico gestionale, il peggioramento delle condizioni di lavoro, la scarsa efficacia pedagogica - motivano dalla FLC CGIL Cuneo -. Le fusioni tra istituti non migliorano l’offerta formativa. Al contrario, rischiano di creare confusione tra studenti e famiglie. La nostra posizione è sostenuta da molti amministratori locali, dirigenti scolastici e altre organizzazioni sindacali. In diversi territori, grazie al lavoro congiunto, è stato possibile evitare accorpamenti non condivisi, salvaguardando la qualità dell’istruzione e il benessere dei lavoratori. Che il piano venga attuato dalla Provincia o da un commissario, gli effetti negativi del dimensionamento scolastico ricadranno comunque sulle nostre comunità. Si rischia: un peggioramento dell’offerta formativa, la standardizzazione dei percorsi educativi e l’abbandono dei modelli culturali locali. Tutto questo potrebbe generare un degrado sociale, che richiederà investimenti ben più elevati di quelli che oggi si spera di risparmiare».
«Crediamo che il sistema educativo debba essere costruito con il coinvolgimento attivo di tutte le componenti scolastiche e territoriali, nel rispetto dei diritti di chi lavora e di chi studia e che debba essere un sistema sul quale investire e non risparmiare» concludono dalla FLC CGIL Cuneo.
Posizione condivisa anche dalla Federazione Gilda-Unams: «Nei prossimi giorni la provincia dovrà comunicare alla Regione una proposta per la razionalizzazione della rete scolastica: si tratta di un atto dovuto previsto da una legge dello Stato che ci vede totalmente contrari sia per motivi organizzativi che didattici quindi qualunque sarà la decisione finale sulle 5 scuole da accorpare ad altre non potrà in nessun modo vederci d’accordo». «Non è compito di un sindacato indicare il nome di una scuola da accorpare piuttosto che un’altra, la decisione è e rimane totalmente in mano alla politica; la nostra partecipazione ai tavoli provinciali ha avuto come unico obiettivo quello di cercare di salvaguardare il più possibile i posti di lavoro, di evitare disagi ai dipendenti e di contribuire ad evitare che venissero fatte scelte prive di qualsiasi logica soprattutto da un punto di vista di omogeneità di offerta formativa e per evitare che venissero creati degli istituti “mostri” con un numero di studenti che supera di gran lunga il migliaio - proseguono dalla Federazione Gilda-Unams -. Con questi obiettivi siamo intervenuti durante il confronto con l’istituzione provinciale muovendo diverse obiezioni riguardo alle proposte avanzate in special modo per quanto riguarda le scelte fatte per la scuola secondaria che riteniamo non rispondano ai parametri sopra esposti. Ora la decisione ultima spetta alla provincia e alla regione che provvederanno ad una scelta che, lo ribadiamo, compete loro e che, qualsiasi essa sia, non potrà essere imputabile alle organizzazioni sindacali territoriali».
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