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26 Luglio 2025 - 05:10
Nonostante un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche e da una crescente incertezza economica, l’economia della provincia di Cuneo mantiene un profilo di relativa tenuta. A trainare il clima di fiducia sono le imprese del settore dei servizi, che consolidano la propria posizione e compensano il rallentamento del comparto manifatturiero.
È questo il quadro delineato dall’indagine congiunturale sul terzo trimestre 2025 curata dal Centro Studi di Confindustria Cuneo, che ha coinvolto circa 300 aziende del territorio. I dati mostrano un’economia bifronte, con segnali divergenti tra settori.
Servizi in piena ripresa, manifattura in raffreddamento
Il comparto dei servizi continua a crescere con decisione: il saldo sul livello di attività sale al 22,5%, mentre quello sui nuovi ordini raggiunge il 15,5%. Rimane stabile anche l’occupazione (saldo positivo del 12,7%) e scompare quasi del tutto il ricorso alla cassa integrazione. Aumenta inoltre la propensione agli investimenti (dal 18,6% al 26,1%).
Particolarmente vivaci i servizi innovativi, con saldi nettamente positivi su tutti gli indicatori: attività (41,2%), ordini (29,4%) e occupazione (17,6%). Anche i servizi commerciali e turistici tornano in positivo, mentre trasporti e logistica mostrano segnali di ripresa sia nella produzione sia nell’occupazione.
Al contrario, il comparto manifatturiero segna un’inversione di tendenza rispetto al secondo trimestre: il saldo ottimisti-pessimisti sulla produzione torna negativo (-1,3%), così come quello sugli ordini (-5,2%) e sulle esportazioni (-8,2%).
Particolarmente colpita la metalmeccanica, che resta in territorio negativo nonostante un recupero nell’occupazione. Il settore alimentare perde slancio, mentre l’edilizia e il suo indotto si confermano in buona salute, grazie anche agli investimenti legati al PNRR. I settori chimico, gomma-plastica e cartario-grafico mostrano andamenti contrastanti, con alcune riprese e altre flessioni.
L’indagine esplora anche un tema sempre più rilevante: quello della casa. Il 13,8% delle aziende segnala difficoltà da parte dei dipendenti nel reperire o mantenere un’abitazione adeguata, e per l’11,6% questo ha un impatto diretto sull’occupazione. Tuttavia, solo una minima parte delle imprese (3,6%) ha attivato o valutato iniziative concrete per affrontare il problema.
«Il tema dell’abitare riguarda sempre più la competitività dei territori», sottolinea Giuliana Cirio, direttore generale di Confindustria Cuneo. «Servono politiche locali efficaci e nuove alleanze pubblico-private».
«Le imprese cuneesi continuano a investire e a credere nel lavoro», afferma Mariano Costamagna, presidente di Confindustria Cuneo. «Ma il rallentamento della manifattura impone attenzione e interventi di politica industriale mirata».
Anche Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi, invita alla cautela: «Il contesto internazionale resta complicato. Tuttavia, l’economia cuneese mostra segnali di tenuta che non vanno sottovalutati».



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