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«Poca acqua e turni ridotti, ma gli utenti del Consorzio irriguo pagheranno il doppio dell’anno prima»

Intervento di un associato che si chiede se, a partire dal 2017, non sarebbe stato possibile gestire gli aumenti in altro modo

«Poca acqua e turni ridotti, ma gli utenti del Consorzio irriguo pagheranno il doppio dell’anno prima»

Pubblichiamo di seguito, l'intervento di un associato del Consorzio irriguo "La Piozza", arrivato via mail alla nostra redazione nella giornata di ieri, 28 luglio.

Recentemente è stato recapitato agli utenti del Consorzio irriguo bealera “La Piozza” un avviso di pagamento quale “canone irrigazione 2025 straordinario” pari all’incirca ad euro 60 a giornata.

Come viene precisato nella missiva, l’incasso sarà destinato a fronteggiare la perdita d’esercizio 2024 attestante ad euro 51.154,18 come risulta dal consuntivo.

Passivo formato da arretrati da pagare per stipendi e compensi al personale amministrativo e di controllo. Tale perdita è maturata a seguito di un intervento straordinario effettuato nel 2016 che ha comportato un esborso di 120 mila euro, metà del quale è stato pagato con la concessione di un mutuo bancario con rate mensili che prevedono il pagamento di un interesse che nell’esercizio 2024 ammonta al 10%.

Ovviamente a carico degli utenti. Nulla si dice circa la manutenzione dei fossi/canali che era stata posta a carico degli utenti stessi con l’avviso di pagamento inviato nel febbraio 2025 per il pagamento del contributo ordinario previsto all’art. 10 dello statuto, pari a circa euro 68 a giornata. Praticamente nel 2025 andremo a pagare il doppio del costo del contributo annuo.

Mi preme sottolineare che un’attenta analisi del conto economico avrebbe dovuto indurre gli amministratori, sin dal 2017, ad effettuare un aumento minimo sul contributo ordinario che spalmato in alcuni anni avrebbe consentito di appianare il debito verso la banca ed evitare il formarsi della perdita d’esercizio di cui si fa cenno.

Gli utenti avrebbero così potuto gestire in modo più equilibrato quel minimo aumento, in particolare nei rapporti tra concedente il terreno irriguo ed affittuario. Con il mercato attuale, invece, sia gli affitti che il prodotto scontano prezzi minimi; talchè si può dedurre che con il canone d’affitto del terreno nel 2025 probabilmente molti proprietari non potranno coprire l’intero contributo richiesto dal Consorzio irriguo, nonché l’Imu e le imposte erariali gravanti sul terreno stesso.

Inoltre, dobbiamo rimarcare che in questi anni la siccità morde i terreni, mentre i turni di irrigazione si riducono sempre di più, così come la scarsità d’acqua, creando malcontento tra gli utenti".

 

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