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05 Agosto 2025 - 13:44
Michele Odenato, presidente ACEM, a settembre si dimetterà per incompatibilità coi nuovi servizi dell'azienda SMA
Quella di ieri, lunedì 4 agosto, è stata con ogni probabilità l'ultima assemblea di ACEM presieduta da Michele Odenato. Il Consorzio ambientale, che si occupa della raccolta rifiuti a Mondovì e in oltre 80 Comuni della zona, deve rinnovare il CDA.
Fra un mese e mezzo circa, massimo due mesi, il presidente Odenato e la consigliera Annamaria Molinari daranno le dimissioni. Il motivo: incompatibilità con le nuove attività che prenderà in carico la società consortile SMA, Società Monregalese Ambiente, di cui lo stesso Odenato è presidente e la Molinari è nel CDA.
Perché questo passaggio? Perché SMA prenderà "in house", ovvero a gestione diretta, l'impianto di trattamento e la discarica di Magliano Alpi, che raccoglie i rifiuti da tutto il bacino ACEM. Sarà una rivoluzione "epocale" per SMA: fino a oggi l'impianto era affidato in gestione a un privato (prima AMA, gruppo Egea, ora assorbita da IREN) e dal 2026 passerà a gestione diretta. Nei fatti, l'intero ramo di IREN che opera a Magliano dovrebbe passare sotto SMA, dipendenti compresi.
Questo passaggio di gestione mette Odenato e la Molinari in una situazione incompatibile, visto che ACEM gestisce la raccolta e SMA gestirà direttamente lo smaltimento. Odenato è presidente di SMA dal 2029 ed è alla guida di ACEM dal 2022.
Ma non serve solo un nuovo presidente: tutto il CDA andrà a decadere con quelle dimissioni. Il Consiglio è composto da 5 membri. Un seggio è vacante: quello di Luca Regis, dimessosi ma non ancora surrogato. Si tratta del componente designato da una delle cinque aree del Consorzio, le Valli Monregalesi. Col venire meno di 3 su 5 dei componenti, il Consiglio decade e va rinnovato in toto.
I sindaci dei Comuni che fanno parte di ACEM dovranno dunque trovare i 5 nuovi componenti. La decisione dell'assemblea, votata all'unanimità lunedì 4 agosto, è quella di affidarsi nuovamente a un CDA "misto", ovvero che potrà essere composto sia da amministratori dei Comuni (sindaci o assessori) che da esperti esterni. I primi potranno presentare la candidatura direttamente, i secondi dovranno partecipare a un bando in cui verranno selezionati i CV.
La volontà è quella di nominare un CDA che includa componenti "indicati dalle aree territoriali": uno per Mondovì, uno per le Valli, uno per il Cebano e la Val Tanaro, uno per l'Alta Langa e uno per le Langhe. Con rappresentanza delle quote di genere.
Tutto questo capita in una fase cruciale per l'impianto di Magliano: SMA sta lavorando al progetto di ampliamento della discarica (al momento questo progetto non sarebbe ancora stato presentato in Provincia per la verifica di impatto ambientale). Un ampliamento che, se approvato e realizzato, consentirà alla discarica di "allungare la vita" della discarica di una quindicina di anni senza... andare in emergenza. Si tratta di un allargamento del 50% rispetto alla situazione attuale che però verrà attuato senza andare occupare siti nuovi: si resterà dentro il perimetro esistente, attraverso innalzamenti e la realizzazione di una nuova vasca di stoccaggio in un'area già inclusa nel sito. A oggi, lo ricordiamo, il Comune di Magliano Alpi, sede dell'impianto di trattamento e discarica, non ha un sindaco: Marco Bailo è decaduto quando la sua maggioranza si è spaccata.
Ma non si può aspettare o temporeggiare: i tempi non lo consentono. Il bando per le candidature scade a metà settembre... e poi il CDA cambierà.
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