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Dopo quasi 70 anni, è stato riacceso lo storico forno comunitario della borgata

Le ultime fiamme nella "bocca" si erano viste nel lontano 1956, prima che una pesante nevicata causasse il crollo della struttura

Dopo quasi 70 anni, è stato riacceso lo storico forno comunitario della borgata

Il forno comunitario appena "riacceso", foto di Annalisa Franco e Massimo Sciandra

C’è un calore che va oltre quello delle fiamme: è quello della memoria, della condivisione e dell’identità. Dopo quasi settant’anni di silenzio, il forno comunitario di Carnino Superiore è tornato a vivere, riportando con sé un pezzo importante della storia della frazione montana del Comune di Briga Alta.

L’evento si è tenuto martedì 5 agosto, in occasione della festa della Madonna della Neve, patrona del paese. In tanti — oltre un centinaio di persone — hanno assistito con emozione all’accensione del forno, tra cui anche Mauro Pastorelli, testimone di un passato che sembrava ormai perduto: fu proprio lui, infatti, l’ultima persona a vedere ardere le fiamme nella “bocca” del forno prima del suo crollo, causato da un pesante nevicata nell’inverno del 1956.

Il forno comunitario, come riportato nel volume “Carnino. Uno sguardo a ritroso nel tempo” di F. e A. Acquarone (ed. ArabAFenice), era un punto di riferimento per tutti: “Nel forno comunitario tutti gli abitanti avevano il diritto di cuocere il pane, diritto che avevano anche i pastori di Briga Marittima quando venivano in pastura nella Valle dei Maestri.”

Ora quel diritto, quel simbolo di condivisione, è stato restituito alla comunità. Il forno è stato ricostruito con grande impegno da Franco Panelli e Frédéric Pastorelli, abitanti della frazione, in collaborazione con il personale del Parco del Marguareis. Non solo il forno, ma anche l’intera area circostante è stata riqualificata: sono stati realizzati muretti a secco, una staccionata, ed è stata posizionata una panchina in legno di larice, che invita alla sosta e alla riflessione.

Alla cerimonia erano presenti anche la sindaca di Briga Alta, Federica Lanteri, i dipendenti dell’Ente Parco in servizio in Alta Val Tanaro e don Giorgio, che ha benedetto l’opera e i presenti.

Più che un’inaugurazione, si è celebrata una rinascita: quella di un luogo simbolico, che torna a essere spazio di incontro e memoria, dove il pane — alimento semplice e sacro — potrà nuovamente unire le persone, come un tempo. Un gesto che va oltre il recupero architettonico: è un atto d’amore verso le radici e il futuro della comunità di Carnino.

Le foto sono tratte dalla pagina Facebook "Aree Protette Alpi Marittime" e sono state realizzate da Annalisa Franco e Massimo Sciandra.

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