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06 Agosto 2025 - 11:29
Il forno comunitario appena "riacceso", foto di Annalisa Franco e Massimo Sciandra
C’è un calore che va oltre quello delle fiamme: è quello della memoria, della condivisione e dell’identità. Dopo quasi settant’anni di silenzio, il forno comunitario di Carnino Superiore è tornato a vivere, riportando con sé un pezzo importante della storia della frazione montana del Comune di Briga Alta.
L’evento si è tenuto martedì 5 agosto, in occasione della festa della Madonna della Neve, patrona del paese. In tanti — oltre un centinaio di persone — hanno assistito con emozione all’accensione del forno, tra cui anche Mauro Pastorelli, testimone di un passato che sembrava ormai perduto: fu proprio lui, infatti, l’ultima persona a vedere ardere le fiamme nella “bocca” del forno prima del suo crollo, causato da un pesante nevicata nell’inverno del 1956.
Il forno comunitario, come riportato nel volume “Carnino. Uno sguardo a ritroso nel tempo” di F. e A. Acquarone (ed. ArabAFenice), era un punto di riferimento per tutti: “Nel forno comunitario tutti gli abitanti avevano il diritto di cuocere il pane, diritto che avevano anche i pastori di Briga Marittima quando venivano in pastura nella Valle dei Maestri.”
Ora quel diritto, quel simbolo di condivisione, è stato restituito alla comunità. Il forno è stato ricostruito con grande impegno da Franco Panelli e Frédéric Pastorelli, abitanti della frazione, in collaborazione con il personale del Parco del Marguareis. Non solo il forno, ma anche l’intera area circostante è stata riqualificata: sono stati realizzati muretti a secco, una staccionata, ed è stata posizionata una panchina in legno di larice, che invita alla sosta e alla riflessione.
Alla cerimonia erano presenti anche la sindaca di Briga Alta, Federica Lanteri, i dipendenti dell’Ente Parco in servizio in Alta Val Tanaro e don Giorgio, che ha benedetto l’opera e i presenti.
Più che un’inaugurazione, si è celebrata una rinascita: quella di un luogo simbolico, che torna a essere spazio di incontro e memoria, dove il pane — alimento semplice e sacro — potrà nuovamente unire le persone, come un tempo. Un gesto che va oltre il recupero architettonico: è un atto d’amore verso le radici e il futuro della comunità di Carnino.
Le foto sono tratte dalla pagina Facebook "Aree Protette Alpi Marittime" e sono state realizzate da Annalisa Franco e Massimo Sciandra.
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