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09 Agosto 2025 - 20:32
"Betta" con il suo cucciolo, foto di F. Tessitore, sulla vetta dell'Argentera
Per cinque anni di lei non si era saputo più nulla. Betta, una femmina di stambecco (Capra ibex) nata nel 2013 e catturata nel 2018 nei pressi del rifugio Remondino nell’ambito del progetto transfrontaliero ALCOTRA “LEMED-IBEX” (2017-2020), era scomparsa dai radar degli studiosi. All’epoca della cattura le erano stati applicati collari visivi e marche auricolari, strumenti utili per il riconoscimento individuale. Dopo qualche sporadico avvistamento, dal 2020 nessuno l’aveva più vista.
Il mistero si è risolto nei giorni scorsi, quando il fotografo F. Tessitore l’ha immortalata sui ripidi pendii vicino alla vetta più alta delle Marittime, l’Argentera. Betta è apparsa in ottima salute e… non era sola: al suo fianco un vivace capretto, presumibilmente nato a inizio estate. Un segnale positivo per la conservazione della specie e la testimonianza di una riproduzione avvenuta con successo.
“Sui pendii più ripidi e sui versanti più scoscesi delle Marittime, è là che troverai gli stambecchi – ed è proprio là che abbiamo ritrovato Betta, dopo cinque anni di ‘latitanza’”, ha commentato l’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime.
La vicenda di Betta ricorda quanto sia difficile monitorare la fauna alpina. In un ambiente impervio e con spostamenti spesso imprevedibili, gli animali non dotati di GPS possono essere seguiti solo grazie alle osservazioni dirette. Ecco perché le segnalazioni di escursionisti e appassionati sono fondamentali.
L’Ente rinnova quindi l’appello: fotografare e comunicare ogni avvistamento di animali marcati aiuta a proteggere e gestire questi grandi ungulati, oltre a far emergere storie sorprendenti come quella di Betta, che dopo anni di silenzio è tornata a farsi vedere… portando con sé la nuova generazione di stambecchi delle Marittime.
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