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«Gestire i boschi significa proteggere il territorio»

Carenini (Cia Piemonte): «Gli agricoltori custodi del territorio. Innovazione, formazione e meno burocrazia per far crescere il settore»

«Gestire i boschi significa proteggere il territorio»

La gestione dei boschi non è solo una questione ambientale, ma un presidio per l’intero territorio piemontese, dalle valli montane fino alla pianura. Ne è convinto Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani del Piemonte, intervenuto questa mattina a Saluzzo, nell’ambito della 78ª Mostra della Meccanica Agricola, al dibattito promosso dalla Fondazione Bertoni sulla filiera del legno.

«Il ruolo dell’agricoltore nella gestione dei boschi è centrale – ha sottolineato Carenini – non solo in montagna, ma anche in pianura, che riceve direttamente gli effetti delle scelte compiute a monte».

Il presidente di Cia Piemonte, accompagnato dal direttore provinciale Igor Varrone e dai presidenti zonali di Cia Cuneo, Diego Botta (Saluzzo) e Silvio Monasterolo (Fossano), ha apprezzato la scelta della Fondazione di puntare, nell’edizione 2025, su innovazione e filiera foresta-legno. «Sono due temi chiave – ha aggiunto – che intercettano le nuove esigenze del comparto e offrono vere opportunità di diversificazione alle aziende agricole».

Sempre più imprese guardano infatti con interesse al lavoro forestale, sia per rafforzare la tutela ambientale sia per cogliere le opportunità offerte dai bandi pubblici. Ma servono strumenti adeguati. «Occorre strutturarsi – ha rimarcato Carenini – per operare in sicurezza e affrontare le sfide del settore. I recenti bandi della Regione Piemonte sugli investimenti forestali vanno proprio in questa direzione».

Un ruolo decisivo lo gioca anche la formazione: Cia Cuneo ha già avviato percorsi per formare tecnici specializzati, capaci di accompagnare le aziende tra burocrazia e scadenze.

Sul fronte normativo, il direttore provinciale Varrone ha salutato con favore la decisione europea di rinviare l’applicazione del Regolamento sulla deforestazione (Eudr) al 2025 (con proroga al 2026 per micro e piccole imprese): «Una scelta di buon senso – ha detto – che consente una transizione più graduale verso la sostenibilità, senza penalizzare le aziende agricole».

Cia chiede ora un ulteriore alleggerimento della burocrazia, proponendo l’introduzione di una categoria “No risk” per gli operatori senza rischio effettivo di deforestazione, con adempimenti ridotti al minimo. «E se il sistema informatico europeo dovesse mostrare criticità – ha aggiunto Varrone – sarà necessario un nuovo rinvio».

La sfida è chiara: fare della filiera legno non solo un’opportunità economica, ma una leva per la sostenibilità e la tutela del paesaggio piemontese.

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