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Con martello e scalpello, legni di Langa e pietre del Tanaro diventano corpi, volti, smorfie

Alla scoperta di un'arte "primitiva" e coinvolgente. L'autore: «Nel poco tempo libero, a Montechiaro ritrovo la pace»

Con martello e scalpello, legni di Langa e pietre del Tanaro diventano corpi, volti, smorfie

Una parte dell'allestimento "La forme di Zene"

Sulla collina di Montechiaro, nella casa d’origine del suocero, il sindaco di Bastia Francesco Rocca, Ezio Dadone ha dato vita a un piccolo scrigno d’arte e memoria. Qui ha radunato gran parte delle sue sculture, realizzate negli anni con materiali semplici e vicini: pietre e legni di Langa, ciottoli del Tanaro, tronchi e radici di faggio, ulivo, rovere, acacia e vite.


Dadone, genero del primo cittadino, coltiva da quasi trent’anni questa passione, che definisce un piacere ritagliato «Nel poco tempo libero». Le sue opere, frutto di pazienza e manualità, nascono solo con scalpello e martello, senza altri strumenti, e sono oggi una collezione che racconta non solo l’estro personale, ma anche un forte legame con il territorio.

Il pubblico ha avuto modo di ammirarle anche in occasione dell’ultima Mostra dell’uva e del vino, che si è svolta domenica 14 settembre nel centro di Bastia, dove Dadone ha presentato la personale “Le forme di Zene”. In esposizione ventuno pezzi, metà della produzione di una vita: «Ho portato un po’ di pietra e un po’ di legni vari – spiega l’autore – quasi tutti trovati a Montechiaro o nei dintorni. È lì che le mie sculture restano, perché quel luogo è per me l’ideale, per ritrovare un po’ di pace».

I temi sono molteplici e spaziano da smorfie ironiche a riflessioni profonde: la violenza di genere, la memoria partigiana con l’opera dedicata a “Nando”, il dramma dell’11 settembre con “Nel nome di un solo dio”, fino a simboli universali come la forza, la bellezza e il lavoro artigiano evocato da “Manrovescio d’un orefice”.

Lontano da ogni velleità di professionismo, l’arte di Dadone conserva la freschezza di una ricerca personale e intima, che trova nella natura e nella memoria collettiva i suoi materiali e le sue ispirazioni.

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