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Il Cuneese che cambia: in 10 anni boom del +33% per le imprese straniere

Dati ISTAT e Camera di commercio: la Granda si rinnova grazie all’imprenditoria straniera

Cuneo che cambia: in 10 anni boom del +33% per le imprese straniere

Immagine generica, realizzata con l'intelligenza artificiale

Nel salone d’onore della Camera di commercio di Cuneo, lunedì 15 settembre, è stato presentato il Focus sull’imprenditoria straniera 2015-2024, un’analisi che racconta come le imprese guidate da cittadini stranieri stiano diventando una risorsa sempre più decisiva per l’economia locale.

L’evento, moderato dal giornalista de La Stampa Roberto Fiori, è stato aperto dal presidente camerale Luca Crosetto e dal Prefetto di Cuneo Mariano Savastano.

Crosetto ha sottolineato come la presenza straniera non sia solo “forza lavoro”, ma anche imprenditoria, innovazione e cittadinanza attiva, capace di garantire ricambio generazionale e nuove energie in un territorio segnato dal calo demografico. Savastano ha invece ricordato l’impegno istituzionale per passare da una gestione emergenziale a una pianificazione strutturata, volta a garantire dignità dei lavoratori e legalità nei settori chiave, come l’agricoltura.

Secondo i dati ISTAT e della Camera di commercio:

  • popolazione: al 1° gennaio 2025 i residenti in provincia sono 581.676, in calo dell’1,5% rispetto al 2015; la comunità straniera cresce invece del 6,6% raggiungendo 63.873 persone;

  • età media: il 76,1% degli stranieri è in età lavorativa (contro il 64,5% degli italiani), con un profilo molto più giovane rispetto alla media provinciale;

  • imprese: a fine 2024 le aziende straniere sono 5.301 (+33,1% in dieci anni, +7,4% solo nell’ultimo anno), mentre quelle italiane calano del 9,5%;

  • settori trainanti: costruzioni (36,3% del totale, +42,4% in dieci anni) e servizi alla persona, più che raddoppiati;

  • diversità imprenditoriale: metà delle imprese è artigiana, il 24,8% proviene da Paesi UE e il 75,2% da Paesi extra-UE. Albania e Romania guidano la classifica, seguite da Marocco, Cina, Francia ed Egitto.

Il focus ha messo in luce anche la crescita delle imprese femminili straniere (+32% in dieci anni) e la buona tenuta di quelle giovanili, in netto contrasto con il calo registrato tra le realtà italiane.

Durante la tavola rotonda, rappresentanti del mondo imprenditoriale, formativo e sociale hanno condiviso esperienze e prospettive. È emerso come l’inserimento lavorativo e l’integrazione culturale siano la chiave per affrontare una sfida inevitabile: entro il 2028, un lavoratore su cinque sarà straniero.

Il messaggio finale è chiaro: l’imprenditoria straniera non è più un fenomeno marginale, ma una colonna portante per il futuro economico, sociale e culturale della Granda.

Materiali e approfondimenti disponibili sul sito della Camera di commercio: cn.camcom.it

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