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Kurt Cobain, l’alieno che inventò i Nirvana: la nuova graphic novel di Feltrinelli Comics

Il nuovo fumetto del monregalese Danilo Deninotti per Feltrinelli Comics scrive la storia del grande artista rock

Kurt Cobain è un alieno come tutti noi

La copertina del fumetto

"Kurt Cobain. Quando ero un alieno" è un nuovo fumetto biografico dedicato al fondatore dei Nirvana, uscito recentemente per Feltrinelli Comics. Il fumetto è sceneggiato da Danilo Deninotti, autore fumettistico originario di Mondovì, dove è nato nel 1980. Deninotti non è nuovo al tema della biografia musicale, avendo già realizzato "Wish you were here. Syd Barrett e i Pink Floyd" (Edizioni BD, 2015, per i disegni di Luca Lenci). Deninotti scrive anche per "Topolino", dove ha scritto anche le storie sulla giovinetta del celebre roditore, ed è l'autore di graphic novel come "Lamiere. Storie da uno slum di Nairobi" (con Fontana e Ruvidotti, sempre per Feltrinell, 2019) e l'inchiesta "Il secondo mare" su "La revue dessinée Italia", del 2023. Il disegnatore di questo volume su Cobain, invece, è Toni Bruno, autore, per i disegni, della graphic novel "Non mi uccise la morte" (Castelvecchi 2010) su Stefano Cucci, e "Da quassù la terra è bellissima", vincitore di un Gran Guinigi (il premio del fumetto di Lucca Comics). Bruno disegna per Dylan Dog della Boneli e per Dark Horse Comics, negli USA, per i fumetti di Star Wars, e nel 2020 ha ottenuto il Premio Boscarato come miglior disegnatore.

Il fumetto in questione, dunque, ci riporta all'infanzia di Kurt, ad Aberdeen, dove il segno elegante di Bruno ci ricostruisce i primi passi del protagonista nella musica, in un un bianco e nero impreziosito dalla colorazione nelle sfumature di un azzurro acquerellato. Appare fin dal primo capitolo il leitmotiv del fumetto, ripreso anche nel sottotitolo: il sentirsi, da parte di Kurt, un alieno, a causa innanzitutto della famiglia disfunzionale in cui si trova a crescere. Ecco allora che questo senso di esclusione viene evocato con la visione, simbolica, di extraterrestri vagamente inquietanti (ma, per Kurt, rassicuranti) che lo guidano nel suo percorso nella musica. Anche le persone importanti che Kurt incontra durante il suo percorso appaiono ai suoi occhi come alieni, sfruttando un topos classico delle storie di "infiltrazione aliena", tipo i Visitors, dove gli alieni sono mescolati a noi, e solo a tratti manifestano la loro natura extraterrestre. Questi "alieni", simili a lui nella relativa marginalità sociale, diventano incontri importanti che lo guidano alla realizzazione del suo sogno (la storia si arresta prima della tragica fine del cantante, forse anche per rendere il fumetto proponibile anche a un pubblico giovanile).

Questo elemento "alieno" consente di dare un taglio personale alla vicenda di Cobain, già portato nel fumetto anche da un artista importante (e precocemente scomparso) come Tuono Pettinato in "Nevermind". Lo stile di Deninotti è scorrevole e accurato, ben accompagnato dai disegni di Bruno che, in modo simile, riesce ad esprimere un segno personale pur mantenendo una notevole accuratezza nella ricostruzione delle ambientazioni. La colorazione monocromatica azzurra appare molto adeguata al tono vagamente trasognato e melanconico della storia. Nel complesso, dunque, un fumetto indubbiamente riuscito, che può essere apprezzato sia dal pubblico più adulto, in cui si trova probabilmente la maggioranza degli estimatori dei Nirvana, ma anche da un pubblico adolescenziale cui fare, magari, scoprire così la storia e la musica dell'ultima rock band, "forse la sola rock band contemporanea" come osserva giustamente nella prefazione Davide Toffolo. Un omaggio sentito, insomma, in cui ci fa piacere ci sia anche un po' di Mondovì.

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