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«Assicurazione obbligatoria? Non per i mezzi agricoli che restano nei campi»

La richiesta di Cia Cuneo: «Paradosso normativo, ora il Parlamento faccia un passo decisivo»

«Assicurazione obbligatoria? Non per i mezzi agricoli che restano nei campi»

Correggere l’obbligo di assicurazione Rca per le macchine agricole che operano esclusivamente in aree private è «una questione di giustizia normativa e di sostenibilità economica». A ribadirlo è Igor Varrone, direttore provinciale di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, commentando i cinque emendamenti al ddl “Imprese” depositati in Parlamento da senatori di diversi schieramenti, sollecitati proprio dal mondo agricolo.

Le modifiche chiariscono che trattori e macchine operatrici utilizzati solo nei fondi aziendali, nei cantieri, nei piazzali o nei magazzini non debbano essere soggetti all’obbligo di polizza Rc auto.

«Dal 2024 – ricorda Varrone – gli imprenditori agricoli si trovano davanti a un paradosso: dover assicurare anche mezzi fermi o non immatricolati, con costi inutili e rischi di irregolarità formali».

Una situazione che, secondo il direttore di Cia Cuneo, non trova giustificazione logica: «Una macchina che non scende mai su strada non può essere equiparata a un veicolo in circolazione. Già oggi i carrelli elevatori e i mezzi impiegati in porti e aeroporti sono esclusi: estendere la stessa logica al comparto agricolo e agromeccanico è un atto dovuto».

La correzione normativa, sottolinea Varrone, non compromette in alcun modo la sicurezza: «Le aziende agricole restano soggette agli obblighi assicurativi e alle pratiche di gestione che già garantiscono lavoratori e terzi. Si tratta piuttosto di evitare duplicazioni di costi e riconoscere la responsabilità di imprese che investono in manutenzione, innovazione e sostenibilità».

Conclude il direttore di Cia Cuneo: «Il sostegno trasversale raccolto in Parlamento dimostra che il dialogo con le associazioni del settore può produrre convergenze reali. Ora serve il passo decisivo: approvare gli emendamenti e trasformare questo lavoro condiviso in una norma chiara, equa e applicabile».

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