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23 Settembre 2025 - 13:00
A seguito del lavoro tecnico svolto dal Tavolo permanente - che riunisce la Provincia di Savona, la delegazione degli Amministratori Locali, la Regione Liguria, l’ARLIR e personalità del mondo scientifico e sanitario, tra cui l’Istituto Superiore di Sanità - sono stati analizzati tutti gli aspetti ambientali e sanitari connessi all’eventuale realizzazione di un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti, condividendo anche le esperienze maturate nelle altre Regioni, dove i termovalorizzatori operano da decenni.
«Al di là della provincia di Savona, che, peraltro, ospita discariche non solo al servizio del proprio territorio, il tema della chiusura del ciclo dei rifiuti è imposto dalle normative europee. Oggi è il momento di pianificare il loro superamento: l’unica strada percorribile è la realizzazione di impianti altamente performanti, capaci di trasformare i rifiuti in energia green», spiega il presidente Pierangelo Olivieri.
«Esiste un tema: in Liguria, nel 2024, sono state smaltite circa 325.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, a cui si aggiungono oltre 50.000 tonnellate di scarti provenienti dalla raccolta differenziata, smaltiti in parte nelle discariche liguri e in parte nei termovalorizzatori fuori regione. Le direttive comunitarie impongono ai Paesi membri la chiusura del ciclo attraverso due azioni principali: una differenziazione spinta dei materiali – con il conseguente recupero delle materie prime – e la trasformazione in energia green del residuo non recuperabile», aggiunge il Commissario dell’Agenzia regionale per i rifiuti, Monica Giuliano.
«Quel residuo, che in Liguria esiste e continuerà a esistere, deve trovare una destinazione diversa dalle discariche: servono impianti altamente innovativi, oggi disponibili, che permettano di trasformare lo scarto della raccolta differenziata in energia, in un possibile completamento sinergico con le imprese energivore presenti sul territorio regionale e volto a favorire la progressiva riduzione della Tari per i cittadini. Tutto ciò deve avvenire con un coordinamento mirato a garantire la tutela dell’ambiente, proseguendo le attività di collaborazione tra istituzioni, Istituto Superiore di Sanità e rappresentanze delle comunità locali. Questo è il vero ciclo green dei rifiuti, in un contesto di autonomia e autosufficienza regionale: dall’inizio alla fine», conclude la Giuliano.
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