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Mercato delle castagne: «Prezzi bassi perché la pezzatura è piccola»

Cia Cuneo: «Al contrario dell’anno scorso, abbiamo il doppio della quantità e metà del prezzo»

Mercato delle castagne: «Prezzi bassi perché la pezzatura è piccola»

«Il prezzo è basso, perché la pezzatura è piccola. Al contrario dell’anno scorso, abbiamo il doppio della quantità e metà del prezzo. Nel caso delle Eurogiapponesi, se il castagneto è coltivato a dovere, i “quintali” aiutano a mitigare il ribasso delle quotazioni, mentre per le Sative la differenza la fa la pioggia, dipende dalle zone, dove c’è stata maggiore siccità il raccolto ne risente, anche in quantità, oltre che per la pezzatura».

Così Marco Bellone, castanicoltore e vicepresidente provinciale di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, commenta l’andamento della campagna castanicola in provincia di Cuneo.

«Sono prime valutazioni a carattere generale – puntualizza Bellone -, il bilancio definitivo andrà fatto a fine stagione, la tendenza del raccolto e del mercato può variare da zona a zona, tenendo anche conto dell’attenzione riservata ai castagneti dagli agricoltori».

Nello specifico, Bellone distingue le produzioni in frutteto delle Eurogiapponesi da quelle nei boschi delle Sative, varietà locali.

«La professionalità è fondamentale – dice Bellone -, non basta affidarsi all’esperienza del “sentito dire”, per le Eurogiapponesi le indicazioni dei tecnici esperti possono da un anno all’altro riscrivere e rilanciare le sorti del raccolto. Bisogna che i trattamenti vadano eseguiti nella giusta misura, con criterio e capacità di valutazione delle situazioni specifiche. Il lavoro paga, non bisogna scoraggiarsi».

Riguardo alle Sative: «Qui incide maggiormente il problema del clima – osserva Bellone -, se non piove, la pianta fa quel che può. In più, se i castagneti sono obsoleti, non hanno ricevuto la manutenzione adeguata e sono lasciati a sé stessi, non c’è da aspettarsi un buon risultato. Ci saranno troppi ricci, le castagne piccole verranno pagate poco. Per ottenere una pezzatura adeguata, la pianta deve essere ben curata, irrobustita dalle potature. Meglio una castagna grossa, piuttosto che due piccole, anche perché il guadagno è maggiore, senza contare il valore mai adeguatamente riconosciuto che il lavoro nei boschi restituisce all’ambiente, in termini di manutenzione dei sentieri e del sottobosco. Infine, c’è la qualità organolettica, che è la migliore. Le nostre castagne sono buone, anche se sono piccole, bisogna formare il consumatore a non mangiare con gli occhi».

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