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La festività abolita da quasi 50 anni pronta a tornare sul calendario

Con 247 voti a favore, 2 contrari e 8 astenuti la Camera dei deputati ha approvato la legge che ora passa al Senato

La festività abolita da quasi 50 anni pronta a tornare sul calendario

Il 4 ottobre tornerà ad essere la festa nazionale di San Francesco d'Assisi

Un nuovo giorno festivo da segnare in rosso sul calendario. È quello che (a meno di intoppi dell’ultimo minuto) succederà dal prossimo anno, anche se gli effetti reali si sentiranno solo dal 2027. Con 247 voti a favore, 2 contrari e 8 astenuti la Camera dei deputati ha approvato la legge che istituisce nella giornata del 4 ottobre la festa nazionale di San Francesco d'Assisi, di cui nel 2026 ricorrerà l'ottavo centenario della morte. Il provvedimento approderà ora al Senato della Repubblica per il secondo esame, quello definitivo. L’obiettivo è quello di celebrare e promuovere i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell'ambiente e della solidarietà.

Dal 2005, il Parlamento italiano ha dichiarato il 4 ottobre “Giornata della Pace, della Fratellanza e del Dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”, legata proprio alla figura di Francesco come simbolo universale di dialogo e pace. Un riconoscimento civile che ora si avvia a diventare un vero e proprio giorno festivo.

Tutto è partito da due proposte di legge (una a prima firma del leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, l’altra di Fratelli d'Italia) e con il “sì” anche di Forza Italia e Lega il Governo ha portato avanti la proposta.
Il riconoscimento di festività nazionale comporterà il rispetto dell'orario festivo nei luoghi di lavoro e la norma autorizza, pertanto, la spesa di circa 10,7 milioni di euro a partire dal 2027 (il prossimo anno la ricorrenza arriverà di domenica) per fare fronte alla continuità del servizio nella giornata festiva nei comparti sanità, sicurezza e difesa.

La festa per il Patrono d’Italia ritornerà dopo quasi 50 anni

Nel 1939, Papa Pio XII proclama San Francesco Patrono d’Italia, insieme a Santa Caterina da Siena. La sua festa acquisì così un significato nazionale oltre che religioso.
Un grosso scossone alle festività in Italia arrivò nel 1977. Nei giorni dell’austerity per la crisi petrolifera, con la legge 5 marzo 1977 numero 54 (Governo Andreotti IV) la festività di San Francesco venne soppressa insieme a Epifania (6 gennaio), San Giuseppe (19 marzo), Ascensione, Corpus Domini, Festa della Repubblica (2 giugno festa spostata alla domenica successiva), Santi Pietro e Paolo (29 giugno), Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate ( 4 novembre anniversario del giorno della vittoria dell'Italia sull'Austria-Ungheria nella prima guerra mondiale: festa spostata alla domenica successiva). L'obiettivo era limitare i "ponti" e ridurre il numero di giorni festivi infrasettimanali.

Otto anni dopo la festa dell'Epifania venne ripristinata dal Governo Craxi in attuazione dell'intesa firmata con la Santa Sede per il rinnovo dei Patti lateranensi, mentre nel 2001, infine, la Festa della Repubblica è stata nuovamente fissata al 2 giugno.
Ad oggi l’Italia riconosce ufficialmente dodici festività nazionali. Religiose: 1° gennaio (Maria Madre di Dio), 6 gennaio (Epifania), Pasqua e Lunedì dell’Angelo, 15 agosto (Assunzione di Maria), 1° novembre (Ognissanti), 8 dicembre (Immacolata Concezione), 25 e 26 dicembre (Natale e Santo Stefano). Civili: 25 aprile (Liberazione), 1° maggio (Lavoro), 2 giugno (Repubblica).

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