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Un viaggio nel tempo nella campagna monregalese

“Tra Vicoforte, Briaglia e il Monte Regale” l’ultima pubblicazione di Andrea Carlo Lanza racconta il piccolo mondo antico alle porte della città

Casa Quadrone, in zona Montex

La memorialistica è un genere di pubblicazioni molto comune nell’editoria locale: spesso è l’unico modo per preservare informazioni altrimenti destinate inesorabilmente nell’oblio. Sono libri che si muovono perennemente sulla linea di demarcazione tra la storiografia vera e propria e il ricordo, tra la tradizione, il giornalismo e una forma di conoscenza popolare che si tramanda per lo più oralmente di generazione in generazione, finendo, diversamente, per sfilacciarsi e perdersi mano a mano che passa il tempo. Così è prezioso chi decide di spendere un po’ del proprio tempo per fare il punto e cercare di salvare alcuni di questi scampoli di conoscenza, preservandoli dall’inevitabile oblio, e lasciando nelle biblioteche materiale che potrà tornare utile a futuri lettori, che potranno trarne il partito migliore.

Le presentazioni:


Il libro sarà presentato in due appuntamenti: venerdì 10 ottobre alle 17, presso la sede del Comizio Agrario di Mondovì, e il 12 ottobre a Carassone, in occasione dell’«Autumnus Caraxonensis». In questo caso la presentazione si svolgerà presso il chiostro di San Domenico alle ore 11

Si iscrive a questa categoria l’ultima fatica di Andrea Carlo Lanza, “Tra Vicoforte, Briaglia e il Monte Regale” edita dal Circolo Acli di Carassone. Un saggio in cui l’autore sembra accompagnare il lettore in una passeggiata in quel fazzoletto di terra incluso nei poli descritti nel titolo.

Le campagne della Garzegna, Otteria, la zona del Montex… L’inizio della Langa alla periferia di Mondovì, una terra suggestiva e rurale, un piccolo mondo antico in cui perdersi, a poca distanza dalla realtà della cittadina, tra cascine, antichi piloni e antiche cappelle.

Proprio di tutti questi elementi dà ragione Lanza, rievocando tempi in cui queste strade erano percorse esclusivamente a piedi o a dorso di qualche animale e le genti di Carassone conoscevano bene tutti gli abitanti e le famiglie di ciascuna cascina, così come erano note le storie legate ai vari piloni e alle varie chiesette. Oggi, spesso queste vie sono esclusivamente terra di transito, da attraversare a bordo dei propri veicoli motorizzati il più velocemente possibile.

Lungo il cammino emergono e si intrecciano numerose storie, da quelle legate alla famiglia Blengini proprietaria della Cascina del Monsignore, alla figura del “cattedratico ambulante” Alessandro Gioda, del Comizio Agrario. E ancora si incontrano storie di famiglia, dai ricordi dei Ravotti alla Casa Quadrone, che fu residenza del celebre pittore. E poi ancora, il patrimonio artistico da riscoprire di chiese e piloni, a partire da Santa Maria delle Vigne poco fuori Carassone.

Si intrecciano insomma, in questo lembo di terra, vicende e aneddoti, in un mosaico che va a comporre un vivido spaccato d’epoca della storia di Mondovì e dei suoi abitanti.
«Il primo incontro con la terra del Montex è stato abbastanza casuale, nel 2015 – racconta Lanza – poi ho avuto contatti sporadici con queste zone, fino all’incontro con Mario Ravotti, proprietario di Casa Vassallo. Insieme abbiamo ripercorso la strada della “Buracia” che collega la Garzegna a Piazza e Carassone e mi ha trasmesso un bel po’ di memorie e ricordi che mi hanno incuriosito. Così ho approfondito ulteriormente, grazie agli spunti di Maria Grazia Orlandini e Vanni Badino e ho cominciato a contattare le persone che vivono lì, andando a scavare sulle storie delle varie famiglie e cercando tutte le informazioni possibili su luoghi e genti. Ulteriori informazioni ho poi reperito con la collaborazione di Carlo Manfredi e M. Zanotti. Le informazioni reperibili in biblioteca e nei cimiteri di Mondovì, Vicoforte e Fiamenga mi hanno aiutato a completare ulteriormente il quadro».

«Sono molto legato alla terra e alla campagna, per me, nonostante fossi carassonese, questa terra, appena più in là della Garzegna, era sostanzialmente remota. Così la curiosità personale mi ha spinto a intraprendere un viaggio che è diventato particolarmente articolato, aprendo vari fronti, tra cui la presenza della ferrovia».

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