Cerca

ultima ora

ultime notizie

OGGI

«Troppi cinghiali, troppi danni»

Coldiretti Piemonte chiede un intervento immediato. Durante l’incontro con il commissario straordinario per la peste suina, Giovanni Filippini, l’associazione agricola ribadisce: «Serve incrementare il depopolamento per salvaguardare le aziende e l’intera filiera suinicola piemontese»

«Troppi cinghiali, troppi danni»

«È urgente incrementare i numeri del depopolamento dei cinghiali».

L’allarme arriva forte e chiaro da Coldiretti Piemonte, che nel corso dell’incontro tra il mondo suinicolo regionale e il commissario straordinario per la peste suina, Giovanni Filippini, ha ribadito la necessità di agire subito.
«La presenza dei cinghiali sul nostro territorio resta ancora troppo alta – spiegano da Coldiretti – e questo crea criticità sanitarie, danni ingenti alle coltivazioni e pesanti ripercussioni economiche sulle imprese agricole».

L’appuntamento, ospitato nella sala conferenze di Coldiretti Piemonte, ha visto la partecipazione della consulta suinicola regionale, dei presidenti e direttori delle federazioni provinciali, del commissario piemontese per la PSA Giorgio Sapino e di Giorgio Apostoli, responsabile nazionale zootecnia Coldiretti.
Ad aprire i lavori, il delegato confederale Bruno Rivarossa, seguito dagli interventi di Bruno Mecca Cici, vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega alla zootecnia, e di Luca Saba, capo area economica dell’organizzazione.

«Sicuramente dobbiamo riconoscere – ha dichiarato Mecca Cici – che la strategia sanitaria messa in atto dal commissario Filippini per salvaguardare il nostro patrimonio suinicolo ha dato i suoi risultati. L’allentamento delle restrizioni è stato fondamentale per consentire alle imprese di riavere una prospettiva di futuro».
Tuttavia, ha aggiunto, «non possiamo abbassare la guardia sulla peste suina, come non possiamo dimenticare i danni che i cinghiali continuano a provocare alle colture: nel 2024 ammontavano a 4 milioni e mezzo di euro, un dato in crescita rispetto al 2023».

Il messaggio di Coldiretti è chiaro: la peste suina resta una minaccia concreta per l’economia agricola piemontese, e solo un’azione decisa sul fronte del contenimento della fauna potrà tutelare gli allevatori.
«Lo scenario internazionale – hanno dichiarato Cristina Brizzolari e Bruno Rivarossa – ci mostra come l’Europa abbia bisogno di un’agricoltura forte, autonoma e sostenibile. Questo passa anche attraverso l’eradicazione della peste suina e una riduzione drastica del numero dei cinghiali».

A rischio, ricordano, «c’è l’intera filiera suinicola piemontese, che conta circa 3.000 aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e oltre 1,2 milioni di capi, destinati soprattutto ai circuiti Dop del prosciutto di Parma e del San Daniele».

Coldiretti chiede quindi che la Regione si faccia parte attiva per recepire il declassamento del lupo da parte dell’UE e per attuare piani di selezione controllata più efficaci, evitando che la situazione «sfugga di mano, come già avvenuto per i cinghiali».

Un appello che suona come un ultimatum: «Serve un cambio di passo – conclude Mecca Cici – perché la sopravvivenza delle nostre aziende e la sicurezza del territorio dipendono dalle scelte che si faranno oggi».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

x