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23 Ottobre 2025 - 10:09
Marco Bozzolo in collegamento su Rai 1
«Far conoscere la realtà del castagneto e il lavoro del castanicoltore significa valorizzare un patrimonio ambientale e culturale unico, che si tramanda di generazione in generazione. Curare i boschi di castagno non è solo un gesto agricolo, ma un’azione a favore della collettività: preserva la biodiversità, riduce il rischio di incendi e mantiene vivo un paesaggio che racconta la storia delle nostre montagne».
Così Marco Bozzolo, castanicoltore di Viola e vicepresidente provinciale di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, intervenuto – in collegamento da Viola, in alta Val Mongia – alla popolare trasmissione televisiva di Antonella Clerici “È sempre mezzogiorno!” su Raiuno, durante lo spazio curato da Andrea Amadei e dedicato alle castagne di stagione.
Nel corso del collegamento, Bozzolo ha definito il castagno “l’albero degli alberi”, ricordando come, da secoli, rappresenti una risorsa vitale per le comunità montane: «È l’albero del pane, che ha sfamato generazioni di montanari. Dal frutto si ricava la farina, ma ogni parte del castagno ha avuto una funzione: è una pianta che non tradisce le aspettative».
Bozzolo ha sottolineato che il Piemonte è una delle regioni dove il castagno trova il suo habitat ideale, grazie alle condizioni pedoclimatiche favorevoli e alla presenza di alberi secolari: «Solo in alta val Mongia contiamo una trentina di varietà di castagne, che stiamo recuperando grazie alla rete dei castanicoltori di Slow Food», ha aggiunto.
La raccolta, rigorosamente manuale, viene vissuta come un momento di festa e di comunità. «Abbiamo aperto un castagneto didattico dove le famiglie possono vivere in prima persona l’esperienza della raccolta – ha spiegato Bozzolo –. È un modo per avvicinare grandi e piccoli a una coltura che accompagna l’uomo tutto l’anno: in primavera si fanno le potature, in estate lo sfalcio del sottobosco, in autunno arriva la raccolta».
Le castagne più grandi sono destinate al mercato del fresco, mentre quelle più piccole vengono essiccate e utilizzate in cucina. «È una coltura sostenibile – ha concluso Bozzolo – non richiede irrigazione e contribuisce alla cura del territorio: un castagneto ben gestito è un bosco che protegge dal dissesto idrogeologico e dagli incendi».
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