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Fiori nel fiume, nel ricordo delle vittime della terribile alluvione del '94

Comune, scuole e cittadini hanno ricordato quei giorni strazianti di 31 anni fa, quando il Tanaro distrusse tutto

Fiori nel fiume, nel ricordo delle vittime della terribile alluvione del '94

Foto di gruppo al monumento in ricordo delle vittime dell'alluvione

Martedì 4 novembre, la comunità di Farigliano si è riunita per rendere omaggio ai valori dell’Italia unita e per ricordare, con profonda commozione, le vittime della terribile alluvione del 5 novembre 1944.

Alla presenza dell’Amministrazione comunale, dei ragazzi delle scuole e di numerosi cittadini, la cerimonia è iniziata in piazza, davanti al monumento ai Caduti. Qui il vicesindaco Marco Giachello ha pronunciato il discorso istituzionale, sottolineando l’importanza di custodire la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la pace.

Dopo il momento di raccoglimento, il corteo ha attraversato il paese fino al ponte sul Tanaro, dove è stata deposta una corona di fiori al monumento che ricorda le vittime della piena del fiume di trentun anni fa. Vicesindaco e assessore hanno poi lanciato fiori tra le acque del fiume. Un gesto semplice ma denso di significato, che unisce nel ricordo due eventi diversi, ma accomunati dal dolore e dal senso di comunità.

La commemorazione si è conclusa in un clima di partecipazione e riflessione. Come ogni anno, Farigliano rinnova così il proprio impegno a non dimenticare, consapevole che solo facendo tesoro delle tragedie del passato si può costruire un futuro più sicuro e solidale, dove la memoria diventa speranza e responsabilità collettiva.

Festa dell'Unità nazionale e delle Forze armate: il discorso del vicesindaco»

«Porto i saluti da parte dell’Amministrazione comunale e del nostro sindaco Ivano Airaldi, che non può essere presente per motivi di salute ma che è vicino a tutti noi con affetto e con il pensiero. in questa giornata tanto significativa.

Oggi, 4 novembre, celebriamo la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Ricordiamo la fine della Prima Guerra Mondiale, ma soprattutto rinnoviamo il valore di unità, pace e democrazia su cui si fonda la nostra Repubblica.

Non celebriamo la guerra, ma la fine della guerra e il sacrificio di chi ha combattuto perché l’Italia fosse libera e unita. Il loro esempio ci insegna che la pace non è mai scontata: è un bene fragile, che va difeso e costruito giorno per giorno con impegno, dialogo e solidarietà.

Un pensiero speciale va oggi alle nostre Forze Armate, che non solo garantiscono sicurezza sul territorio nazionale, ma operano anche all’estero in missioni di pace, portando competenza, umanità e professionalità nei luoghi più difficili del mondo. I nostri militari sono ambasciatori di pace, capaci di intervenire nelle emergenze, di aiutare popolazioni colpite da guerre o disastri naturali, e di testimoniare, con la loro presenza, i valori di cooperazione e rispetto che rappresentano l’Italia nel mondo.

Accanto a loro, vogliamo ricordare anche la Protezione Civile, l’Associazione Nazionale Alpini, i Volontari del soccorso e altre associazioni del terzo settore sempre pronte a intervenire in situazioni di emergenza, con dedizione, competenza e spirito di servizio. Sono donne e uomini che incarnano il senso più profondo della solidarietà, della cittadinanza attiva e dell’aiuto reciproco.

Viviamo un tempo in cui la parola “guerra” è tornata tristemente attuale. Le immagini dei conflitti in Ucraina, in Medio Oriente e in tante altre parti del mondo ci ricordano quanto sia difficile, ma necessario, costruire e mantenere la pace. Ecco perché questa giornata non deve essere solo memoria del passato, ma anche riflessione sul presente e impegno per il futuro.

A voi, ragazze e ragazzi, che oggi siete qui, dico: la pace nasce da piccoli gesti quotidiani. Nasce dal rispetto reciproco, dalla capacità di ascoltare, di comprendere, di aiutare chi è in difficoltà. Siete voi la generazione che potrà trasformare la memoria in responsabilità, e costruire un mondo più giusto e più umano.

Ringrazio tutti voi — il mondo della scuola, le Associazioni, gli Alpini, la Protezione Civile, i volontari, le forze dell’ordine e i nonni vigile — per il vostro impegno quotidiano, silenzioso ma fondamentale, che tiene unita e viva la nostra comunità.

Concludo con un auspicio: che il 4 novembre non resti solo una data da ricordare, ma diventi ogni anno un invito a custodire la pace, a coltivare la solidarietà e a credere nell’unità del nostro PaeseViva Farigliano, viva le Forze Armate, viva la Protezione Civile, viva l’Italia».

 

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