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Roburent accoglie una nuova famiglia nell’ambito del progetto SAI

Firmato il patto di accoglienza: cinque nuovi arrivati, tra speranza e integrazione

Roburent accoglie una nuova famiglia nell’ambito del progetto SAI

Venerdì 31 ottobre, alle ore 12, il Comune di Roburent ha dato ufficialmente il benvenuto a una nuova famiglia inserita nel progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), confermando il proprio impegno in un percorso di solidarietà e inclusione. Alla presenza del sindaco Emiliano Negro, di Michele Valsecchi, referente per i rapporti con il CSSM e con il progetto SAI, e di Wilma Galliano, è stato firmato il patto di accoglienza, che segna l’ingresso di cinque nuove persone nella comunità roburentese.

La famiglia, composta da un fratello e una sorella adulti e tre bambini, arriva da una situazione di grande difficoltà. «Sono persone che hanno patito le pene dell’inferno - racconta il sindaco Emiliano Negro - ma che oggi guardano finalmente con speranza a un futuro di serenità e integrazione».

All’interno del progetto, si sta già lavorando per favorire l’inserimento lavorativo del fratello, anche grazie alla collaborazione tra amministrazione e operatori locali. L’obiettivo è quello di offrire non solo accoglienza, ma anche opportunità concrete di autonomia e partecipazione alla vita del paese.

Il consigliere Michele Valsecchi ha sottolineato come il percorso di integrazione sia già stato avviato in modo positivo: «Abbiamo accolto nel migliore dei modi la nuova famiglia, cercando di garantire un inserimento reale nella nostra comunità. I due bambini in età scolare sono già stati iscritti presso la scuola primaria di Serra Pamparato, mentre per lo zio dei ragazzi abbiamo dato disponibilità al SAI per attivare un tirocinio presso il Comune, così da offrire anche un percorso di formazione professionale. Sono inoltre partiti i corsi obbligatori per l’apprendimento della lingua italiana, fondamentali per favorire l’inclusione».

Valsecchi ha poi aggiunto: «Il nostro intento è creare le giuste condizioni perché il progetto vada a buon fine, soprattutto in vista dell’inverno, quando il rischio di isolamento è maggiore. Il tirocinio, oltre a offrire un’esperienza formativa, consentirebbe anche di raggiungere una piccola indipendenza economica. Crediamo in un’integrazione che passi dai fatti e dalle opportunità, non solo dalle parole».

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