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06 Novembre 2025 - 05:09
Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI
Aumentano le morti sul lavoro in Piemonte e Cuneo emerge tra le province più colpite. Nei primi nove mesi del 2025 la regione registra 63 vittime, il 17% in più rispetto alle 54 dello stesso periodo del 2024. Numeri che riportano il Piemonte in zona arancione nella mappa del rischio elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega.
La Granda, con 10 decessi, si conferma uno dei territori più esposti e si colloca in zona rossa, superando di molto la media nazionale.
“L’indice di incidenza piemontese raggiunge 25,3 morti per milione di occupati, superando la media italiana di 24. È un campanello d’allarme: servono misure mirate, più vigilanza e formazione”, commenta l’ing. Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega.

La provincia di Cuneo fa segnare un indice di rischio pari a 38,1 morti per milione di occupati, uno dei più alti in Piemonte e ben oltre la soglia della media nazionale.
Nella classifica regionale Cuneo è seconda solo al Verbano-Cusio-Ossola (59,0). Seguono Alessandria (34,5), Torino (21,9), Asti (21,7), Vercelli (14,7), Biella (13,7) e Novara (12,7).
Sul piano numerico, Torino resta la provincia con più vittime (29), ma Cuneo si conferma tra le aree più fragili in termini di rischio.

Il rialzo degli incidenti mortali è trainato soprattutto dalle tragedie avvenute sul posto di lavoro:
47 morti in occasione di lavoro: +34,3% rispetto al 2024
16 morti in itinere: -15,8% rispetto all’anno precedente
Un'inversione di tendenza netta, che riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi produttivi — dalle fabbriche alle aziende agricole, settore particolarmente rilevante nel Cuneese.
Il fenomeno interessa soprattutto i lavoratori più esperti e fisicamente impegnati:
19 vittime tra i 55 e 64 anni
10 tra i 45 e 54 anni
Segno che l’invecchiamento della forza lavoro e carichi fisici elevati continuano a rappresentare un fattore di rischio.

Con numeri così significativi, la Granda diventa simbolo di una criticità che riguarda tutto il Piemonte ma che richiede sul territorio interventi specifici:
formazione continua nelle aziende
campagne di prevenzione
controlli e vigilanza intensificati
investimenti in sicurezza, soprattutto nei comparti agricolo, industriale e logistico
Cuneo non è nuova a emergere nelle classifiche nazionali per incidenti agricoli e infortuni in quota: i dati di quest’anno confermano una tendenza che non si può ignorare.

Il rientro del Piemonte in zona arancione dopo due mesi in giallo e la collocazione di Cuneo in zona rossa sono più di un indicatore statistico: sono una richiesta di responsabilità collettiva.
“Prevenzione, cultura della sicurezza, formazione e controlli restano essenziali per proteggere i lavoratori”, sottolinea Rossato.
Il messaggio è chiaro: mettere la sicurezza al centro non è un'opzione, ma una priorità. Perché dietro ogni numero c’è una vita, una famiglia, una comunità.
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