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Alle sorgenti del Belbo un tritone speciale

L’importante scoperta dei guardiaparco delle Aree Protette Alpi Marittime all’interno della Riserva Naturale

Alle sorgenti del Belbo un tritone speciale

I guardiaparco della Valle Tanaro insieme a tirocinanti e stagisti al termine del lavoro di recinzione del laghetto delle Mastrelle - Foto M. Pelazza

Una scoperta importante per l’ambiente: è quella fatta dai guardiaparco delle Aree Protette Alpi Marittime all’interno della Riserva Naturale Sorgenti del Belbo compresa tra i territori dei comuni di Montezemolo, Camerana e Saliceto al confine con la Liguria. Un sito conservazionistico fondamentale, da tutelare e proteggere.

A raccontarlo su “Piemonte Parchi” sono Cecilia Dutto e Giorgio Bernardi: «A marzo un guardiaparco è impegnato nel monitoraggio e conteggio delle ovature di rana in uno degli stagni minori della Riserva, una delle Aree Protette delle Alpi Marittime. Notando alcuni tritoni nuotare, il guardiaparco si ferma per un'osservazione più attenta, convinto di trovarsi davanti al raro, ma già segnalato nell'area, tritone alpestre apuano (Ichtyosaura alpestris ssp. Apuana), ma i puntini presenti sul corpo degli anfibi non lasciano spazio a dubbi: si trattava di tritoni punteggiati (Lissotriton vulgaris). Un ritrovamento di notevole rilievo in quanto si tratta del primo avvistamento della specie nella Riserva Naturale Sorgenti del Belbo, che diventa così uno dei limiti meridionali di distribuzione della specie in Piemonte».

Lissotriton vulgaris 2 - Foto M. Pelazza

Il tritone punteggiato, o tritone comune, è abbastanza diffuso a livello europeo, ma secondo l'International Union for Conservation of Nature (IUCN) (che lo classifica come NT – Near Threatened – Quasi Minacciato) in dieci anni sono andati persi quasi il 30% dei siti occupati dalla specie. La scomparsa e il deterioramento dell'habitat, situazione che si aggrava particolarmente con la crisi climatica, unitamente all'immissione di specie aliene invasive sono le minacce principali per la specie.

Anacamptis laxiflora - Foto M. Pelazza

«La recente scoperta del tritone punteggiato nel Sito Natura 2000 Sorgenti del Belbo è di grande rilevanza ecologica, in quanto conferma la presenza di habitat acquatici di elevata qualità ambientale – spiega Stefano Bovero, erpetologo e consulente per le Aree Protette Alpi Marittime – Inoltre la coesistenza di diverse specie di tritoni all'interno dello stesso sito evidenzia la ricchezza ecologica dell'area. I tritoni sono tra gli anfibi più sensibili all'inquinamento e ai cambiamenti ambientali e rappresentano un importante indicatore della salute dell'ecosistema. La loro presenza rafforza il valore conservazionistico dell'area e sottolinea l'importanza di tutelare e anche migliorare e implementare le zone umide soprattutto nei confronti dei cambiamenti climatici che attualmente rappresentano la pressione maggiore per gli organismi acquatici», conclude Bovero.

La conservazione delle aree umide: una lotta contro il tempo e contro la crisi climatica

«Questo ritrovamento sottolinea quanto sia importante il lavoro di conservazione e ripristino delle aree umide e il monitoraggio delle specie che vi risiedono effettuato ogni anno dall’Ente APAM – prosegue il testo di Cecilia Dutto e Giorgio Bernardi –. Per l’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime la conservazione, la rinaturalizzazione, l’implementazione e la protezione degli specchi d’acqua presenti in tutti i territori gestiti è un’attività consolidata che risulta di particolare importanza nelle vallate intorno al massiccio del Marguareis – tra le aree carsiche più grandi di tutto il Piemonte – dove le acque di superficie sono rare e preziose. È un "duro lavoro" non solo per le implicazioni di natura tecnico-logistica, ma anche per quelle culturali».

Tra i tanti lavori che coinvolgono i guardiaparco, il settore Conservazione e il settore tecnico APAM per la tutela di questi territori, alcuni realizzati ai confini delle Aree Protette, in Valle Tanaro, sono particolarmente rilevanti e interessanti.

«Sito nel comune di Briga Alta, il lago di Poggio Lagone è stato utilizzato per anni per le mandrie bovine, riempiendosi di liquame e sporcizia. Dopo sei anni di lavoro e diverse fasi di consolidamento e protezione, ultima delle quali la piantumazione delle piante acquatiche autoctone Sparganium angustifolium e Ranunculus trichophyllus, nelle sue acque, ora limpide e splendenti, si specchia nuovamente il Bosco delle Navette».

Lago di Poggio Lagone (ottobre 2024) - Foto G. Cristiani

«Diventato un habitat d’elezione per la riproduzione della rana temporaria, sono tornati anche insetti, come le libellule, invertebrati, gasteropodi, chirotteri e specie di uccelli prima poco frequenti».

«Nella prateria umida del Rio Ferla, sempre nei pressi delle Navette, è presente una minuscola pozza; da anni, come misura conservativa, in quell’area è stato interdetto il pascolo e annualmente i guardiaparco ripuliscono la minuscola cavità dalle erbe invasive per permettere alle rane di deporre, circondate da una strepitosa fioritura di oltre un ettaro di Epipactis palustris».

Lago Lao foto Aldo Acquarone

«Inoltre è stato svolto, insieme al Comune di Ormea, un importante lavoro di conservazione nell’area umida del Lago Lao, un laghetto di modeste dimensioni ma famoso per la massiccia presenza di tritone alpestre, sottospecie apuano. Proprio la presenza e l’impegno costante dei guardiaparco hanno permesso, in questi ultimi anni, di scoprire in tutto l’asse della Valle Tanaro colonie di tritoni alpestri apuani precedentemente sconosciute».

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