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Radici e innovazione: ecco come le imprese familiari della Granda costruiscono il futuro

Dal Focus della Fondazione CRC emerge un sistema economico solido e radicato, che guarda avanti, cercando di puntare su giovani e parità di genere

Radici e innovazione: ecco come le imprese familiari della Granda costruiscono il futuro

Le imprese familiari della provincia di Cuneo continuano a rappresentare il cuore pulsante dell’economia locale, una realtà solida e radicata ma oggi chiamata a rinnovarsi per affrontare le sfide della modernità. È quanto emerge dal nuovo FocusCRC dal titolo “Imprese familiari in provincia di Cuneo. Le sfide per la continuità, la governance e la crescita territoriale”, promosso dalla Fondazione CRC in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Camera di Commercio di Cuneo.

 

 

Come è stata condotta l’indagine

 

La ricerca ha coinvolto 879 imprese con sede in Granda e con ricavi superiori al milione di euro, fondate prima del 1995: un universo produttivo maturo, con almeno trent’anni di storia e quindi potenzialmente vicino al passaggio generazionale.
Attraverso l’analisi dei bilanci aziendali e un’indagine demoscopica a cui hanno risposto 233 imprese familiari, il team di ricerca ha raccolto dati su assetti proprietari, governance, modelli di business, processi di innovazione e trasmissione imprenditoriale.
Le imprese familiari rappresentano l’81% del totale, pari a 716 unità, in linea con la definizione adottata dall’Osservatorio AUB dell’Università Bocconi.

Il Focus combina dati quantitativi (bilanci e indicatori economici) e qualitativi (interviste e questionari) per restituire una fotografia realistica e comparabile con il panorama nazionale. Dalle analisi emerge un quadro positivo: le imprese cuneesi hanno assorbito meglio la crisi del 2020, registrando migliori performance di crescita e redditività rispetto alla media italiana. Inoltre, mostrano una struttura finanziaria più solida, con minori tassi di indebitamento e maggiore produttività del lavoro.

 

 

Tradizione e modernità: un equilibrio delicato

 

Il modello familiare, pur con i suoi punti di forza, mostra anche vulnerabilità interne legate alla governance e al ricambio generazionale.
Due terzi delle imprese non hanno pianificato la successione, nonostante l’età media di amministratori e presidenti superi rispettivamente i 57 e i 66 anni.
Eppure, proprio il passaggio generazionale si rivela un motore di rinnovamento: aumenta il numero di donne nei consigli di amministrazione, cresce l’apertura a figure manageriali esterne e la propensione all’innovazione tecnologica sale di 10-15 punti percentuali nelle aziende che hanno già vissuto la transizione.

Le imprese familiari della Granda si confermano inoltre un pilastro di resilienza territoriale, capaci di coniugare l’attenzione alla comunità con una visione di lungo periodo. La loro forza non risiede soltanto nei bilanci, ma nella capacità di mantenere un legame profondo con il territorio, investendo nel capitale umano e nella sostenibilità.

 

 

Donne e giovani: un potenziale ancora inespresso

 

L’analisi evidenzia un persistente gender gap: solo il 22% dei membri dei CdA è donna e meno del 15% delle aziende ha una donna come amministratore unico. In oltre il 40% dei casi, le donne sono completamente assenti dai ruoli dirigenziali.
Parallelamente, la presenza giovanile resta limitata, ma laddove i giovani sono coinvolti, le imprese mostrano maggior apertura all’innovazione e migliori performance economiche.
L’empowerment femminile e la formazione delle nuove generazioni emergono quindi come fattori decisivi per garantire la competitività futura del sistema produttivo locale.

 

 

Innovazione e internazionalizzazione

 

Il 27% delle imprese cuneesi investe tra il 20 e il 35% del fatturato in innovazione, mentre oltre un quarto ha introdotto nuovi prodotti o processi produttivi negli ultimi tre anni.
Tuttavia, la propensione all’internazionalizzazione resta contenuta: solo il 9% possiede sedi estere e più della metà ottiene meno del 20% dei ricavi dall’export.
Il rapporto con la ricerca è forte sul piano regionale (59% delle collaborazioni con università o centri piemontesi), ma ancora debole a livello internazionale (8%).

 

Le voci del territorio

 

«Le imprese familiari rappresentano un soggetto economico e culturale essenziale per il nostro territorio» – sottolinea Mauro Gola, presidente della Fondazione CRC –.
«Non solo per la loro stabilità, ma per la capacità di creare legami di fiducia e visione con la comunità».

«La tenuta del nostro sistema economico dipende dalla capacità di evolversi e innovare» – aggiunge Luca Crosetto, presidente della Camera di Commercio di Cuneo – «e questo studio fornisce uno strumento prezioso per accompagnare le imprese in questa transizione».

Per Giuliana Cirio, direttore generale di Confindustria Cuneo, «le esperienze più virtuose dimostrano che aprirsi a nuove competenze e alle giovani generazioni è la chiave per una crescita duratura».

Infine, Carlo Salvato dell’Università Bocconi ribadisce che «la sfida attuale è pianificare il passaggio generazionale con visione, adottando modelli di governance moderni e sostenibili».

 

 

Una sfida per il futuro

 

Le imprese familiari della provincia di Cuneo non sono soltanto una parte importante del tessuto produttivo: sono la sua identità profonda.
Mantenere il legame con le radici, valorizzando al contempo innovazione, formazione e parità di genere, sarà il passo decisivo per continuare a far crescere un modello imprenditoriale che da generazioni tiene viva l’economia del territorio.

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