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Cibo straniero senza controlli: Coldiretti accusa l’Europa dei “porti colabrodo”

Solo il 3% dei prodotti extra UE viene realmente verificato. Coldiretti Piemonte chiede regole di reciprocità e controlli veri per difendere salute e imprese italiane

Cibo straniero senza controlli: Coldiretti accusa l’Europa dei “porti colabrodo”

Quasi tutti i prodotti alimentari extra UE entrano in Europa senza controlli reali.
È questo il dato shock lanciato da Coldiretti Piemonte nel corso dell’evento al Villaggio Contadino di Bologna, dove la presidente Cristina Brizzolari, insieme ai vertici regionali e a migliaia di imprenditori agricoli piemontesi, ha ribadito l’urgenza di difendere la salute dei cittadini e la competitività delle imprese italiane.

“Oggi in Europa si stima che appena il 3% dei prodotti che arrivano dall’estero sia sottoposto a verifiche fisiche — spiegano Cristina Brizzolari e il delegato confederale Bruno Rivarossa —, ovvero controlli concreti sulla salubrità e non solo sulla documentazione. Il sistema attuale, che affida ai singoli Stati membri la decisione sui controlli, sta creando un pericoloso effetto al ribasso.”

 

 

“Porti colabrodo” e concorrenza sleale

 

Coldiretti punta il dito contro porti come Rotterdam, veri e propri “colabrodo” da cui passano tonnellate di prodotti alimentari stranieri senza adeguati controlli.
Una situazione che mette in ginocchio gli agricoltori italiani, costretti a competere con merci provenienti da Paesi dove non valgono le stesse regole ambientali e sanitarie.

Non siamo contrari al libero scambio — sottolineano Brizzolari e Rivarossa —, ma non può esserci apertura dei mercati senza reciprocità. Non è accettabile che gli accordi commerciali Ue consentano l’ingresso di prodotti che non rispettano gli stessi standard imposti ai nostri agricoltori.”

 

 

Un sistema di controlli da ripensare

 

L’attuale sistema europeo, denuncia Coldiretti, lascia eccessiva libertà agli Stati membri, con il risultato che solo una minima parte delle merci extra UE viene verificata nel concreto.
Appena il 3% dei prodotti viene sottoposto a controlli fisici — ricordano i vertici piemontesi —, mentre il resto entra solo sulla base di documenti che spesso non garantiscono la reale tracciabilità o sicurezza alimentare.”

 

“Difendere l’agricoltura è difendere il Paese”

 

La battaglia di Coldiretti Piemonte è chiara: servono controlli veri alle frontiere e un principio di reciprocità negli accordi commerciali internazionali, affinché chi produce in Italia non sia penalizzato da chi non rispetta le stesse regole.

“L’intesa col Mercosur — spiegano — è stata pensata 18 anni fa, ma da allora il mondo è cambiato. L’agricoltura è oggi un settore strategico e vitale: è assurdo che sia l’unico che rischiamo di non difendere.”

 

 

Il messaggio da Bologna

 

Dal Villaggio Contadino di Bologna, l’appello di Coldiretti Piemonte si fa portavoce di un sentimento diffuso tra migliaia di agricoltori italiani: proteggere il Made in Italy, tutelare i consumatori e garantire regole uguali per tutti.

Solo così, con controlli seri e reciprocità commerciale, sarà possibile salvaguardare la qualità e la sicurezza dell’agroalimentare italiano, patrimonio riconosciuto nel mondo.

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