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19 Novembre 2025 - 11:15
Foto di Vlad Vasnetsov da Pixabay
Al mondo ben poche cose sono gratuite. È talvolta persino fastidioso ricevere la richiesta di un obolo per qualsiasi cosa, anche la più apparentemente priva di costi per chi offre un servizio nei confronti del suo utente. Eppure talvolta è una forma di autodifesa nei confronti del malcostume.
Fa riflettere in questo senso l'esito di una ricerca dedicata da Midaticket, nei confronti del mondo della cultura, approfondendo un problema finora poco trattato: il cosiddetto "No Show", ovvero le prenotazioni effettuate da persone che poi non si presentano per fruire della visita o dello spettacolo.
Un elemento che in effetti è particolarmente emerso negli ultimi anni: l'aumento dell'informatizzazione e la pandemia, che ha dato un notevole impulso ai sistemi di prenotazione per via della necessità di programmare il più possibile i flussi di visitatori e di persone, ha fatto sì che sempre più spesso siano a disposizione del pubblico (e quindi in molti casi condizione necessaria per fruire di una visita o di un evento) sistemi di prenotazione online, gratuiti o a pagamento. In un mondo analogico e ormai lontano chi voleva assicurarsi una poltrona o un ingresso ricorreva alla prevendita e in alternativa c'era solo il botteghino e la prospettiva di rassegnarsi alla fila. Oggi presentarsi all'ultimo sperando di entrare è un elemento ancora possibile ma sempre meno comune. Il paradosso tuttavia è che nonostante i "tutto esaurito" molte sedie possono restare ugualmente vuote. Alcuni infatti regolarmente non si presentano.
L'imprevisto o la malattia sono sempre in agguato, certo, ma quando non si paga nulla per prenotare c'è la tendenza a trattare l'impegno preso con grande leggerezza. Il problema è che in questo modo, e se non si "disdice" si sottrae posti ad altri. E il danno è materiale
Sul fenomeno ha gettato un focus Midaticket, nell’ambito di Ro.Me Museum Exhibition, fiera di riferimento per il settore museale. Nella terza pubblicazione dell’Osservatorio Big Data e luoghi della Cultura è presente un approfondimento monografico sul fenomeno a firma Guido Guerzoni e formules: il fenomeno infatti incide sull’efficienza e sull’economicità dei luoghi della cultura, rende complesso gestire i flussi e l’equilibrio economico gestionale. Una sala mezza vuota, anche di un evento gratuito, è un danno anche in termini di immagine.
Le cause sono da attribuirsi a quattro categorie principali di fattori: cause di forza maggiore (legate al meteo, a emergenze, concomitanza di eventi o più comuni problemi di mobilità), elementi legati al singolo visitatore (dall’imprevisto personale all’acquisto di gruppo o alla superficialità), carenze del luogo della cultura(dall’assenza di un reminder alla poca elasticità nelle prenotazioni) e infine a problemi legati agli operatori.

Il fenomeno è stato osservato monitorando 4 istituzioni torinesi tra giugno e dicembre 2024, con un campione di 639.281 prenotazioni, equivalenti a 1,1 milione di biglietti. Sono risultati disertori una percentuale del 18,3% delle prenotazioni gratuite, l’8,6% per i biglietti comuni e 5,6% per le prenotazioni di gruppo. In totale, una perdita di circa 128.000 visitatori, con una perdita di 113.985 euro. In particolare, sulle prenotazioni gratuite si è osservata un’incidenza importante del meteo e della concomitanza di grandi eventi in città (ad esempio, le Atp finals). Inoltre, il biglietto gratuito preso online fa osservare un 59% in più di possibilità di no show rispetto all’ingresso in cassa. Altro dato interessante, la percentuale di no show sugli ingressi gratuiti aumenta di molto se la distanza tra la prenotazione e l’evento è grande.
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