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Nella “città dei ribelli” presentato il libro su Scimè: memoria, racconti e... polemica finale

Un incontro tra storia e attualità nella Sala Scimè, dove la memoria della Resistenza siciliana in Piemonte riemerge tra testimonianze, emozione e un acceso confronto finale.

Nella “città dei ribelli” presentato il libro su Scimè: memoria, racconti e... una polemica

Ernesto Billò, Stefano Casarino, Silvano Messina e Armando Siciliano alla presentazione del libro su Scimè

La presentazione del libro “Il partigiano Gigi” di Silvano Messina, ha ripercorso la figura del comandante partigiano Luigi Scimè e il contributo dei meridionali alla Resistenza piemontese tra interventi istituzionali, ricordi toccanti e riflessioni storiche

La presentazione del libro “Il partigiano Gigi. La Resistenza siciliana in Piemonte” di Silvano Messina, svoltasi sabato 22 novembre nella Sala Scimè a Mondovì, si è trasformata in un appuntamento carico di memoria, testimonianze e – sul finale – anche di discussione accesa.

A introdurre l’incontro è stato il sindaco di Mondovì, Luca Robaldo, che ha sottolineato l’importanza di continuare a raccontare la Resistenza attraverso eventi pubblici e occasioni di confronto. Il prof. Stefano Casarino, presidente ANPI, ha proposto un gemellaggio tra Mondovì, definita non dai partigiani ma dai nazisti e dai fascisti “la città dei ribelli”, e Racalmuto, città natale di Scimè, in provincia di Agrigento.

Anche il prof. Ernesto Billò, dell’Associazione partigiana “Ignazio Vian”, ha introdotto l'incontro e il suo intervento è stato il più toccante. Billò ha riportato un ricordo d’infanzia: proprio in quel palazzo – che oggi ospita la Sala Scimè ma che durante la guerra era la sede dei fascisti – venivano imprigionati e torturati dai repubblichini molti giovani partigiani. Il professore ha ricordato con emozione il giorno in cui tre di loro furono portati fuori tra le proteste e i pianti della folla che si era radunata. I tre furono trascinati al cimitero e lì fucilati. Un ricordo che ha restituito la crudezza di quei giorni e il peso della memoria collettiva.

Il ruolo dei partigiani meridionali

A seguire è intervenuto ancora Stefano Casarino, presidente della sezione ANPI di Mondovì, che ha messo in luce il ruolo di Scimè e, più in generale, dei tanti meridionali che combatterono sulle montagne piemontesi, ponendo l’accento sulla dimensione realmente nazionale della Resistenza. Durante la visita di Sergio Mattarella a Cuneo alcuni anni fa – ha ricordato Casarino – fu portato all'attenzione del Presidente della Repubblica il ruolo dei militari provenienti dalla sua Sicilia, e fu citato anche Scimè per il suo ruolo apicale.

L’autore Silvano Messina ha riassunto i momenti più significativi della lotta partigiana in provincia di Cuneo e ha illustrato il percorso di ricerca che ha portato alla stesura del libro, spiegando come la storia dei partigiani siciliani in Piemonte sia stata a lungo sottovalutata o ignorata, anche in Sicilia. Lo stesso Luigi Scimè è pressoché sconosciuto a Racalmuto. Ma ora, grazie anche a questo volume, si sta portando avanti l'idea di intitolargli una strada nella sua città natale.

In sala era presente la nipote del partigiano Gino Mellano, medaglia d'oro al valor militare alla memoria, che compare nella foto di copertina del libro insieme a Scimè e ad altri partigiani: è intervenuta ricordando questo zio che non ha potuto conoscere, morto in azione a Roccaforte combattendo al fianco del suo comandante siciliano.

Infine l’editore Armando Siciliano ha ripercorso gli obiettivi della propria casa editrice. Proprio questo ultimo intervento ha acceso una polemica. Siciliano, nel presentare le sue pubblicazioni, ha insistito sul fatto che oggi la scuola non insegnerebbe più adeguatamente la storia, lasciando le persone all’oscuro di vicende cruciali, a suo dire talvolta addirittura “censurate”, che invece le sue edizioni fanno conoscere ai lettori: come per esempio l’Holodomor, la carestia provocata dal regime stalinista in Ucraina.

Il prof. Casarino ha replicato duramente: con toni fermi ha difeso la Scuola pubblica e il lavoro quotidiano degli insegnanti, criticando le generalizzazioni dell’editore. Secondo Casarino, interventi fuori tema di questo tipo contribuiscono a svalutare istituzioni che sono conquiste fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza, come appunto la Scuola e la Sanità pubblica; discorsi generici e poco mirati fanno il gioco di chi vuole privatizzare. La serata si è così chiusa tra applausi, qualche mormorio e un certo coinvolgimento emotivo del pubblico, numeroso e composto anche da parecchi insegnanti.

Un incontro che, al di là della polemica, ha dimostrato quanto la memoria partigiana continui a essere un terreno vivo, capace di suscitare riflessioni, dibattiti e domande ancora attuali.


Qui la pagina del sito della casa editrice dedicata al volume su Scimè: https://www.armandosicilianoeditore.it/product/il-partigiano-gigi-la-resistenza-siciliana-in-piemonte/

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