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Le Langhe in chiave "pop": Cigliè e il suo castello, in un dipinto che emoziona

L'autrice Alessandra Botto: «Avevo messo i paesaggi da parte, ora mi è tornata l'ispirazione»

Le Langhe in chiave "pop": Cigliè e il suo castello, in un dipinto che emoziona

Cigliè "pop" - acrilico su tela, Alessandra Botto

Le Langhe tornano protagoniste sulla tela grazie al nuovo lavoro di Alessandra “Alex” Botto, appassionata di arte, cultura, pittura e fotografia, che ha appena realizzato un intenso acrilico su tela dedicato al centro storico di Cigliè. Un’opera che racconta il borgo con uno sguardo contemporaneo, vibrante e personale, capace di unire identità del territorio e sensibilità pop.

Il dipinto ritrae le stradine del paese, le case addossate l’una all’altra, i lampioni che accompagnano lo sguardo e, sullo sfondo, il maestoso castello dei Conti Capris, che domina il fondovalle. Alle sue spalle si stagliano, solenni e innevate, le montagne dell’arco alpino, che ampliano l’orizzonte dell’opera e conferiscono profondità e respiro al paesaggio, creando un suggestivo dialogo tra borgo, storia e natura.

L’opera prende spunto da uno scatto fotografico di Giuseppe Becchio Villois, autore di una suggestiva immagine di Cigliè colta da un’angolazione insolita. «Scorrendo sui social ho trovato questa meraviglia – racconta Alex –. Ci ho provato, contattando poi l’autore dello scatto, con il quale abbiamo avuto una piacevole conversazione». Un dialogo artistico che ha dato vita a un lavoro capace di fondere fotografia e pittura in un racconto condiviso.

Per l’artista si tratta anche di un ritorno al paesaggio, dopo un periodo dedicato prevalentemente alla figura femminile, protagonista sia nella pittura – con la serie Ispirazione Afro – sia nella fotografia, con il progetto Le Muse. «Avevo messo da parte il paesaggio come soggetto principale da qualche tempo – spiega –. Ora però mi è tornata l’ispirazione». Negli ultimi anni Botto ha infatti realizzato tele ambientate a Niella Tanaro, sui Calanchi e a Mombasiglio, spesso ispirate a fotografie scattate personalmente nel corso del tempo.

Il linguaggio pop, cifra distintiva della sua produzione, emerge con naturalezza: «Penso di averlo sempre avuto, mi viene naturale da sempre ed è quello che sento più vicino a me». Un percorso artistico lungo venticinque anni, maturato al di fuori di accademie formali ma arricchito dall’incontro con importanti artisti torinesi. «Ho avuto il privilegio di frequentare molti artisti, in particolare Germania Albertone, che è stata la mia “maestra”, e Francesco Tabusso».

Con questo nuovo dipinto, Alessandra Botto restituisce a Cigliè non solo un’immagine, ma un’emozione: un omaggio visivo che celebra il territorio, la memoria e lo sguardo contemporaneo di un’artista profondamente legata alle Langhe.

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