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21 Dicembre 2025 - 14:57
La foto del post social di denuncia, pubblicato da Malual
Un episodio grave, che nulla ha a che vedere con lo sport e con i valori della pallavolo, ha macchiato il finale della sfida di Serie A1 femminile andata in scena ieri tra Monviso Volley Pinerolo e Macerata, vinta dalle ospiti al tie-break per 3-2.
Al termine dell’incontro, dalla tribuna del pubblico di casa si sarebbero levati fischi e proteste indirizzati alle giocatrici del Monviso Volley, appena sconfitte dopo una battaglia durata cinque set. Ma ciò che più colpisce e preoccupa riguarda alcune frasi pesanti e a sfondo razzista rivolte da una parte del pubblico alla giocatrice Adhu Malual, opposta di Pinerolo e della Nazionale azzurra, 25 anni.

Un comportamento che ha spinto l’atleta a rompere il silenzio con un lungo e toccante post sui social, nel quale ha raccontato quanto accaduto e il profondo disagio vissuto: «Ieri sera ho giocato in casa ma non mi sono sentita a casa. In 12 anni di carriera non avevo mai vissuto sulla mia pelle un atteggiamento del genere da parte del pubblico che dovrebbe sostenere la sua squadra», ha scritto Malual.
Nel suo sfogo, la giocatrice ha sottolineato come l’errore faccia parte dello sport, ma non possano essere tollerati insulti, fischi continui e offese personali, tantomeno commenti razzisti: «Dal primo all’ultimo minuto. Non per spronare, non per sostenere, solo per colpire. Rivolti a me e ai miei famigliari sugli spalti».
Parole che colpiscono nel profondo, soprattutto quando Malual ribadisce con orgoglio il proprio legame con l’Italia e con la maglia azzurra: «Sono fiera di essere italiana e di giocare in uno dei campionati più forti al mondo. L’amore che provo per questo Paese, che è la mia casa, è indescrivibile».
La linea tra tifo e mancanza di rispetto, spiega l’atleta, «ieri è stata superata più volte», trasformando un problema sportivo in una questione umana, che coinvolge non solo chi scende in campo ma anche le famiglie sugli spalti e l’intera squadra.
Malual ha poi ringraziato la società per il supporto ricevuto e i tifosi che continuano a riconoscere il suo impegno, ribadendo però un messaggio chiaro: «Continuerò a fare il mio lavoro con dignità, passione e rispetto per questo sport. Ma il silenzio davanti a certi comportamenti non è più un’opzione».
Un episodio che richiama tutti – club, istituzioni e pubblico – a una riflessione profonda. Perché lo sport dovrebbe essere un luogo di inclusione, rispetto e crescita, non un terreno dove trovano spazio odio e discriminazione.
La società Monviso Volley ha appena diramato un comunicato stampa nel quale rinnova la sua vicinanza all'atleta e condanna i fatti accaduti che riportiamo qui di seguito:
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