La nostra storia
Il settimanale cattolico “L’Unione Monregalese” nasce a Mondovì il 5 marzo 1898, con la testata “II Risveglio Cattolico”. Lo dirige un giovane prete 29enne, don Luigi Gallo, che morirà a settembre dello stesso anno. Le prime copie escono dalla tipografia dei f.lli Blengini in p.za S. Carlo a Mondovì Breo. Il foglio è una bandiera per i cattolici monregalesi, che possono contare non solo su riviste poderose, che pure hanno il loro spazio, ma su un giornale vero e proprio, imperniato sull'informazione locale. Nel sottotitolo il nuovo bisettimanale si definisce apertamente 'religioso, politico, amministrativo'. Ed in epigrafe cita san Paolo: 'È ormai tempo che ci ridestiamo'. Nel programma si spiega a chiare lettere: 'II Risveglio si propone di illuminare le menti e difendere le verità cristiane, e si occupa dei grandi errori dei tempi nostri, specialmente del liberalismo e del socialismo, le eresie del secolo XIX. Sarà inoltre sua cura d’informare i lettori degli avvenimenti politici più importanti e del vitale argomento dell'Azione Cattolica, occupandosi principalmente del Movimento Cattolico in mezzo a noi'.
Collaborano sacerdoti e laici. “II Risveglio” si pone come la voce di quel Movimento cattolico che si batte per un presenza più attiva nel sociale, a livello popolare, secondo i programmi della prima Dc di Romolo Murri. Il contrasto è forte con altri fogli che affiancano i cattolici 'transigenti' favorevoli all'accordo con i liberal-moderati.
Nel 1906, la testata cambia nome e diventa 'L’Unione Popolare' quale organo ufficiale del Comitato diocesano che coordina l'azione sociale dei cattolici.
Nel 1917, il giornale assume l’attuale nome 'L’Unione Monregalese', per segnare una netta distinzione dal movimento politico che aveva fiancheggiato, collocandosi invece sul versante più 'diocesano' ed 'ecclesiale', pur senza rinunciare all'informazione locale.
Negli anni della “grande guerra”, le pagine de “L’Unione” portano spesso spazi bianchi, per gli interventi della censura.
Negli anni ’20 e ’30, il giornale vive da sorvegliato speciale: i gerarchi locali del fascismo lo contrastano duramente, fino ad incarcerare per qualche giorno il direttore, don Veglio, nel 1931. Dal settembre ’43, “L’Unione” non esce fino alla primavera del 1945.
Negli anni della Resistenza e dell'occupazione tedesca, manca la carta per i giornali non di regime.
Il gran dibattito sul referendum nel '46 per scegliere tra Monarchia e Repubblica vede il giornale piuttosto equidistante, ricordando da una parte l'invito del vescovo a votare per Casa Savoia, ma manifestando, dall'altra parte, l'opinione di un gruppo di preti che optano invece per la Repubblica. Seguono gli anni un po’ trionfalistici della Dc nascente, che sfociano nel successo elettorale del 18 aprile 1948. Negli anni ’50, un gruppo di giovani universitari, della sinistra Dc, collabora fattivamente al settimanale. Però negli anni ’60, in pieno Concilio, sono quasi costretti a cercarsi un altro spazio giornalistico fondando un mensile.
Gli anni ’70 vedono il giornale tentare un faticoso rilancio, tutt’ora in corso, anche col supporto della trasformazione tecnologica dei sistemi di impaginazione e di stampa. Il giornale torna a crescere in copie ed in numero di pagine.
Nel 1983, la testata, di proprietà del vescovo pro-tempore, viene assegnata con la formula di comodato in gestione alla Cooperativa Editrice Monregalese (formata da collaboratori e amici del giornale) che si assume in toto l’onere di portare avanti in chiave aziendale il giornale.
Negli anni che vanno dal 1989 al 1991, graficamente si passa alla videoimpaginazione, mentre la stampa utilizza la rotativa.
Nel 2001 la redazione, dalla sede di Piazza, viene collocata nello stesso stabile di Mondovì Breo (piazza S. Maria Maggiore 6) dove erano già sistemati gli uffici abbonamento e pubblicità.
Dalla fine del 2010, "L'Unione" rinnova completamente la grafica ed esce "full color", con tutte le pagine interamente a colore e un’edizione dedicata al Cebano e alla Valbormida. Con l'utilizzo delle nuove tecnologie, anche il settimanale si aggiorna, rimanendo comunque radicalmente legato al suo territorio.
Decisivo, nell'ultimo periodo, l'apporto del web con i profili Facebook e Twitter che hanno saputo conquistarsi "l'amicizia" di migliaia di lettori, soprattutto i più giovani.